Deserta la seconda asta per il Monza calcio, unici interessati gli svizzeri e Zambrotta

Nessuna offerta per il Monza calcio nemmeno alla seconda asta fallimentare di mercoledì 17. Tra i pochi interessati un gruppo svizzero con il campione del mondo Zambrotta. Poi il caso Seregno. Tutti gli scenari dei biancorossi.
Il Monza nella partita con Bassano
Il Monza nella partita con Bassano Fabrizio Radaelli

SeregnoMonza Brianza? Proprietà svizzera dal sapor Mondiale? Nasdarovie per i nuovi amici russi? Il futuro del Calcio Monza, dopo le prime due aste andate deserte – l’ultima mercoledì 17 – è oltremodo in bilico. Il grande rischio è che anche la terza convocazione (venerdì, ore 11) vada buca e che dunque la società smetta di esistere così come la si conosce oggi. A quel punto, non rimarrebbe che ripartire dalle categorie inferiori, con il titolo assegnato a tavolino, così come la convenzione per Monzello e Brianteo.

A spaventare i possibili interessati all’acquisizione del Monza sono sicuramente gli altissimi debiti sportivi. Si parla di oltre due milioni di euro, sgravati solo in parte per il rientro della fidejussione depositata all’inizio dello scorso anno sportivo dal presidente Anthony Armstrong Emery e per la pesante rinuncia di buonissima parte dell’emolumento da parte di mister Fulvio Pea. A lavorare ulteriormente sul livello del debito ci sono sempre loro, i due curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni che martedì hanno incontrato anche i rispettivi capitani delle due squadre scese in campo quest’anno in Lega Pro, Marco Anghileri e Omari Torri. A loro è stato proposto il pagamento del 50% degli stipendi, che ricordano i curatori: «È sempre più di quello che andrebbero a prendere nel caso fallisse quest’operazione di salvataggio».

Gli unici, che finora, sembrerebbero interessati a partecipare all’asta, alla terza convocazione, sembrano gli svizzeri. Il gruppo, legato alla Fgr Impresa Generale di Grono e rappresentato dalla figura del Campione del Mondo, il comasco Gianluca Zambrotta (che potrebbe diventare allenatore o direttore tecnico in caso di esito positivo dell’acquisizione), potrebbe presentarsi all’ultimo per rilevare l’asset del Monza in Lega Pro. Questa potrebbe spingere qualche altra cordata a presentarsi e rilanciare, e dunque l’asta di domani potrebbe riservare qualche sorpresa, come ad esempio l’intervento di Salvo Zangari, ex socio del Monza appena dimessosi dall’incarico alla Pro Sesto, seguito da imprenditori locali e forse finanziatori russi. Anche se al momento, rimane sempre forte l’idea che il Monza possa non essere aggiudicato all’asta, ma che anzi si debba ripartire da Serie D o Eccellenza.

In quel caso, in molti, farebbero la coda per parlare con il comune per ottenere la convenzione per Monzello e Brianteo e per rappresentare la città. Tra questi, il presidente del Seregno Paolo Di Nunno. «Ho già parlato con qualche piccola squadra monzese per una fusione e la nascita di un nuovo club, l’Sm Brianza. Poi vedo gli striscioni dei tifosi: a Seregno l’idea non piace, a Monza neanche, ma i soldi li metto io e devo fare il meglio per la mia società. A Monza ci sarebbe la possibilità per costruire un grande settore giovanile e con i risultati ci sarebbe anche il seguito dei tifosi. Ma interverrò solo dopo le aste. Per ora penso al Seregno: sto facendo uno squadrone e chiederò il ripescaggio». Un’ipotesi, quella della fusione, che davvero non piace ai tifosi del Monza.