Un episodio, uno in particolare tra tanti, qualifica la sensibilità di Matteo Pessina. Studente serio e preparato, non ha mai nascosto l’amicizia con il suo professore di latino Stefano Motta, nata su cattedra e banchi del liceo Villoresi. Tempo fa, mentre era ancora un giocatore dell’Atalanta, andò a trovarlo nella sua nuova scuola, una secondaria di Merate. Son cose che si dicono, “appena posso passo a trovarla”. Ma lui l’ha fatto veramente.
Calcio, Matteo Pessina agli studenti dell’ex prof: «Studiate»
E ovviamente, quando il preside, ripresosi dall’inaspettata visita, ha suonato la campanella per chiamare a raccolta gli studenti, è stato subito riconosciuto da tutta la scuola. Al posto di parlare di calcio, di nazionale e di bella vita, Pessina si è raccomandato con i ragazzi di studiare, di continuare la formazione e di farlo con serietà e l’ha fatto in modo credibile, mettendo da parte le frasi di circostanza che proprio non gli appartengono. Perché puoi essere calciatore, ma non necessariamente devi fare il calciatore.
Calcio, Matteo Pessina: ironia, proiezioni ortogonali e prospettive
Pessina rimane comunque un ragazzo ironico e spensierato, al primo allenamento con l’Atalanta nel 2019 si presentò con una borsa griffata “PornHub” a tracolla divertendo tutti. Nonostante gli impegni sportivi, ha rispettato i tempi del percorso di studi al liceo scientifico, diplomandosi nella stessa scuola frequentata anche dal campione olimpico Filippo Tortu mentre giocava per la nazionale Under19, e poi frequentando i corsi di Economia e Management alla Luiss di Roma. Avrebbe voluto studiare architettura, seguendo le orme della madre, era bravo nel disegno tecnico; in un’occasione ha detto che proiezioni ortogonali e prospettive lo rilassano e che non gli importava tanto il soggetto da disegnare, ma come arrivarci. Non proprio la classica affermazione del calciatore medio.
Calcio, Matteo Pessina: gli studi e i numeri per il futuro
Però architettura non è una facoltà facile da affrontare a distanza, mentre il lavoro del padre, noto commercialista in città, non sarà altrettanto affascinante, ma l’ha sempre trovato interessante: «Insegna a gestire i soldi, e alla mia età non è facile maneggiare il denaro nella maniera giusta – ha detto a riguardo – E, quando smetterò di giocare, mi piacerebbe restare nel calcio, ma in un ruolo diverso dall’allenatore. Con le giuste basi di economia potrei diventare direttore generale di un club».
Adesso giocherà nel Monza (dopo le visite in programma mercoledì e la firma), un giorno potrebbe gestirlo. Siamo nel campo della fantascienza, ma un calciatore che parla latino, ama il balletto (la sorella è ballerina di danza classica) e si diletta a disegnare proiezioni ortogonali mentre studia economia non può che rientrare nel campo della fantascienza.