Calcio, Fabrizio Cesana racconta la sua “Viareggio Cup”: «Ho sempre creduto nella squadra»

Il tecnico, impegnato da un decennio in Congo, ha condotto in finale il Centre National Brazzaville, raccogliendo i frutti di un lavoro di formazione molto capillare
Fabrizio Cesana, al centro, esulta con i suoi ragazzi dopo una vittoria

Il sogno di salire sul gradino più alto del podio si è infranto soltanto nella finale, in cui lunedì 26 febbraio i nigeriani del Beyond Limits hanno superato il suo Centre National Brazzaville con il punteggio di 2-0, ma il secondo posto conquistato nella “Viareggio Cup”,la più prestigiosa manifestazione calcistica internazionale a livello giovanile, rimane comunque il momento più alto della sua carriera. Fabrizio Cesana, classe 1963, tecnico seregnese da tempo impegnato in Congo, per lo sviluppo del vivaio locale, lo sa e non lo nasconde. «Ho sempre creduto nella squadra -commenta l’interessato, che in passato ha guidato tante compagini della zona, tra le quali il Seregno, in cui ha militato anche da giocatore-. Abbiamo rischiato l’eliminazione al primo turno, evitata con una grande prestazione contro il Torino, che ci ha permesso di qualificarci come terza del nostro girone. Poi, mano mano che l’avventura proseguiva, mi dicevo che una sconfitta non sarebbe stata un dramma. Dopo la finale, sono sincero, un po’ di amarezza l’ho provata, perché ormai ci avevo preso gusto. Noi abbiamo fatto il gioco, ma i nostri avversari ci hanno sovrastati dal punto di vista fisico. Ho qualche perplessità sul fatto che tutti avessero l’età dichiarata, ma lasciamo perdere…».

Calcio: l’Africa è la terra del futuro

Al rientro in Congo, il gruppo è stato accolto con tutti gli onori del caso e ricevuto dal primo ministro: «L’idea della partecipazione è stata mia. Volevo che i ragazzi si misurassero in un contesto diverso da quello abituale, per capire a che punto sono ed i loro margini di miglioramento. Siamo andati ben al di là delle più rosee previsioni della vigilia. In Toscana, avevo la processione di procuratori e dirigenti di formazioni di punta fuori dalla porta. Per noi è stata una soddisfazione, ma è già alle spalle. Ora guardiamo al futuro. L’ho detto anche al primo ministro, quando ci siamo incontrati». Futuro che, per Cesana, potrebbe o dovrebbe essere ancora a Brazzaville: «Dipendesse dalle autorità locali, proseguiremmo fin che morte non ci separi. Io, tutto sommato, un pensierino a tornare in Italia ogni tanto lo faccio, non lo nego. Ma la mia dimensione ormai è quella di tecnico di un settore giovanile e, per convincermi, servirebbe un progetto importante in una società importante. I dubbi in proposito non possono mancare. Qui in Congo si lavora con il giusto spirito, per formare i giocatori e non per ottenere risultati. In Italia, invece, si vuole vincere tutto e capita che anche gli allenatori nei settori giovanili vengano esonerati. La forbice di mentalità è evidente. Se consideriamo che a Viareggio le prime quattro classificate erano tutte africane, capiamo poi che questa è la terra del domani. Ecco, con queste premesse, la prospettiva di un ritorno andrebbe valutata bene…».