Studio Asl, la Brianza e gli alcoliciIl  bicchiere è sempre più giovane

C'erano una volta «alcol, tabacco e Venere». Per i giovani d'oggi la combinazione più diffusa è invece quella di «alcol, tabacco e cannabis». Il 63,4% degli studenti tra i 15 e i 19 anni dichiara di aver assunto due o più sostanze nell'ultimo mese. I tredicenni bevono alcol con frequenza.
Studio Asl, la Brianza e gli alcoliciIl  bicchiere è sempre più giovane

Monza – C’erano una volta «alcol, tabacco e Venere». Per i giovani d’oggi la combinazione più diffusa è invece quella di «alcol, tabacco e cannabis». Il 63,4% degli studenti tra i 15 e i 19 anni dichiara di aver assunto due o più sostanze nell’ultimo mese. E’ il quadro che emerge dal dossier dipendenze della Asl di Monza e Brianza. Grazie allo studio HBSC (Health behaviour in school aged children) a cui ha aderito anche la Lombardia, il dossier mostra anche una fotografia delle abitudini della popolazione studentesca di giovanissimi di 11, 13 e 15 anni, con non poche sorprese. Rispetto al consumo di alcol, ad esempio, la percentuale di ragazzi e ragazze di 11 anni che dichiarano di bere alcolici saltuariamente è pari al 24,9%: ovvero un bambino su quattro già in quinta elementare dichiara di bere saltuariamente. La percentuale sale al 45,43% tra i ragazzi e le ragazze di 13 anni per scendere al 44,71% tra i quindicenni.

I giovanissimi – C’è anche un gruppo piuttosto consistente di giovanissimi che dichiara di consumare alcolici frequentemente (ogni settimana o ogni giorno): si tratta del 4,26% degli undicenni, del 9,53 tra i tredicenni e di oltre il 36% tra i quindicenni, con una maggior diffusione tra i maschi. Si beve soprattutto nel fine settimana (5,6% dei ragazzi di 11 anni, l’11,44% dei tredicenni e il 37,24% dei quindicenni). Riferiscono di essersi ubriacati almeno una volta nella vita il 5,22% degli undicenni, il 9,87% dei tredicenni e quasi il 32% dei quindicenni. Particolarmente rischioso è il fenomeno del «binge drinking» (consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione). Dallo studio emerge che il 40% dei quindicenni maschi e il 20% delle quindicenni femmine hanno provato questa esperienza.

Cosa si beve – La dipendenza da alcol (tra giovani e adulti) è nella Asl brianzola soprattutto una dipendenza da vino (54%), seguita dalla birra (28,1%), anche se, confrontando i dati con quelli del 2010 si osserva che la birra è in crescita (era al 27%), seguono i superalcolici (8,8% in flessione rispetto al 2010), gli aperitivi (4,4%in flessione), altri alcolici (3,3%). Fra i più giovani la birra è di gran lunga il consumo principale (53,8%), nella fascia intermedia il consumo di birra e vino si equivalgono, mentre con l’avanzare dell’età il vino sale al 79,4%. Cambia il consumo tra uomini e donne. Le donne hanno una netta propensione al consumo di vino (67,6%) e battono gli uomini per consumo di superalcolici (11,8% contro il 9,8%), il rito dell’aperitivo sembra prettamente maschile (5,1% contro l’1,8%), così come la birra è appannaggio degli uomini (31,2% contro il 17,6%).

L’identikit – Nella Asl di Monza e Brianza gli utenti dei Noa (Nucleo operativo alcologia) sono stati nel 2011 1089, di questi 306 presi in carico dopo il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. I maschi prevalgono nettamente (77,1%). L’età media risulta essere di 46 anni, più elevata rispetto all’utenza tossicodipendente. Le persone al di sotto dei 30 anni sono il 7,3% del totale, ma tra i nuovi utenti si assiste ad uno spostamento verso la fascia dei più giovani. Anche le donne sono in lieve aumento rispetto al 2010 (dal 17,3% al 22,9%). Gli stranieri sono il 2,9%, probabilmente a causa di una difficoltà di accesso a i servizi, l’utenza in carico al servizio carcere risulta straniera per il 25%. Il titolo di studio e la situazione lavorativa degli utenti del servizio mostra un quadro piuttosto eterogeneo, anche se rispetto all’utenza del servizio per le tossicodipendenze il grado di istruzione degli alcolisti risulta più alto con il 48,9% in possesso della licenza media, il 23,2% di diploma superiore, il 6,3% di una laurea. Il 34,75 degli utenti ha un lavoro stabile, il 21,7% ha dichiarato di doversi appoggiare per il proprio sostentamento a parenti o amici, il 34,4% è disoccupato, il 9% è rappresentato da studenti o pensionati. Il 45,7% è coniugato (i tossicodipendenti risultano coniugati solo per il 25,7%), nel 97% dei casi ha almeno un figlio. Le persone con figli minori sono invece solo 58, pari al 7,4% e in 27 casi sussiste un provvedimento del Tribunale dei minori. La situazione abitativa non mostra particolari fragilità: il 94,9% degli utenti vive in un’abitazione privata , il 2,4% in istituto e l’1,9% risulta senza fissa dimora. Si rivolgono al servizio della Asl in modo volontario solo il 29,4% .
Rosella Redaelli