Spending review: anche in Brianzarischio di chiusura delle scuole

A settembre le scuole superiori potrebbero rimanere chiuse: il campanello d'allarme è stato suonato da Giuseppe Castiglione, presidente dell'Unione province italiane.
Spending review: anche in Brianzarischio di chiusura delle scuole

Monza – A settembre le scuole superiori potrebbero rimanere chiuse: il campanello d’allarme è stato suonato da Giuseppe Castiglione, presidente dell’Unione province italiane. Se, ha avvertito, il governo confermerà l’ulteriore taglio di 500.000.000 di euro per gli enti intermedi in molte città potrebbero mancare i fondi per aprire le aule. L’appello, auspicano molti, potrebbe essere ascoltato dato che lunedì il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda si è dissociato dalle nuove decurtazioni imposte dall’esecutivo.
«Se le cifre – commenta l’assessore provinciale brianzola all’Istruzione Giuliana Colombo – rimarranno quelle la situazione sarà drammatica. Le spese per le scuole sono incomprimibili: non so come potremo fare senza risorse». Dalle casse di via Grossi escono ogni anno alcuni milioni solo per far funzionare i 30 istituti ripartiti in 41 edifici, alcuni dei quali in affitto. Per riscaldare i locali dalle 8 alle 16 se ne vanno 2.500.000 euro a cui va aggiunto altro denaro per accendere i caloriferi la sera nelle palestre, utilizzate dalle società sportive. Le bollette per l’energia elettrica assorbono 800.000 euro a cui vanno sommate quelle per l’acqua e il telefono. Le manutenzioni richiedono altri 2.500.000; andrebbero poi calcolati, se ci fossero, gli stanziamenti per interventi straordinari quali il rifacimento di tetti e facciate.
E intanto le future province potrebbero perdere la competenza sulle superiori. In via Grossi l’idea non piace, mentre sembra non preoccupare troppo i comuni: «Tre anni di lavoro – riflette la Colombo – hanno dimostrato che il livello provinciale è quello ottimale per la programmazione degli indirizzi di studio in quanto consente di raccordare le scelte delle scuole con le indicazioni del mondo del lavoro in modo da rispondere meglio alle esigenze del territorio».
Eppure, a sentire gli amministratori locali, sarebbe sufficiente che da Roma arrivassero le risorse sufficienti per far funzionare tutto per il meglio. «Il passaggio di competenze – dichiara l’assessore monzese Rosario Montalbano – potrebbe essere disastroso se lo Stato non ci girasse i fondi e il personale. Con le risorse necessarie ci organizzeremmo». È sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Seregno Giacinto Mariani: «Come gestiamo elementari e medie – nota – gestiremmo le superiori». Si spinge oltre Roberto Rampi, vicesindaco di Vimercate: «Sarebbe un fatto positivo – assicura – purché attuato tra aggregazioni di comuni. Già ora garantiamo il diritto allo studio e abbiamo confronti continui con presidi, studenti e genitori».
M.Bon.