Seveso – Non solo la giunta trema per colpa della ferrovia, ma anche le case dei cittadini. È questo il caso della famiglia Pogliani che abita in via Montello, ma che gran parte del perimetro dell’edificio di proprietà si affaccia su via Brennero, strada che costeggia la ferrovia. Crepe trasversali nei muri, intonaci staccati dal rivestimento esterno, piastrelle che si crepano e oggetti nelle vetrine che si muovono. Sono questi gli effetti, in alcune casi devastanti, in altri semplicemente fastidiosi, che il passaggio dei treni causa ai residenti della zona. A mettere in evidenza quanto accade è stata la signora Alessandra Gattoni coniugata con Giulio Pogliani.
L’edificio è grande ed è costituito da due corpi contigui ma separati. Nel primo, entrando sempre da via Montello, si trovano gli appartamenti e gli uffici della Nordex l’azienda di famiglia. Si tratta del corpo più antico della proprietà, ma anche di quello che è stato restaurato completamente. Qui i segni provocati dal passaggio dei treni, ci sono, ma non sono evidenti come nell’altra ala dell’immobile. «Quando abbiamo deciso di restaurare l’immobile, nella parte vecchia, abbiamo dovuto prevedere tutta una serie di rinforzi fatti di colonne portanti in ferro- racconta Alessandra Gattoni – Anche, qui, (dentro un piccolo capannone ndr) dove prima di trasferirci avevamo un laboratorio, abbiamo dovuto far costruire delle travi e delle colonne d’acciaio. Ma il problema vero è di sopra negli altri appartamenti».
Nell’ala di più recente edificazione, realizzata negli Ottanta, sono visibilissime le crepe che corrono lungo il soffitto e proseguono perpendicolari lungo le pareti: «Questi appartamenti, dopo la morte di mia cognata, sono vuoti- continua la signora Gattoni- ma se volessi farci entrare qualcuno bisognerebbe ristrutturare di nuovo tutto da capo. La casa di mio marito era quella di suo padre e forse anche quella di suo nonno, mio marito è del 1938, per cui la casa è presumibilmente degli inizi del secolo scorso. La ferrovia c’era già, ma i treni che passavano erano pochi.
Tanti anni fa solo qualche treno merci, poi la linea ha iniziato ad essere più trafficata e infine, sarà diversi anni, da quando la Giunta Galbiati ha permesso la riapertura della Camnago-Lentate, i treni che passano sono diventati tantissimi. Abbiamo scritto in comune e anche alle ferrovie per spiegare la situazione, ma mai nessuno ci ha davvero ascoltato». La famiglia Pogliani non chiede risarcimenti, ma solo più attenzione. La linea ferrata negli anni ha implementato il transito dei treni in modo esponenziale, ma non avrebbe mai davvero realizzato migliorie alle strutture di supporto. I treni che passavano cento anni fa non sono gli stessi di oggi. E le case tremano, come i cristalli nelle vetrinette.
Ivan Bavuso