Seregno, un passaggio sbarratoChe fa arrabbiare Sant’Ambrogio

«Riaprite quel passaggio pedonale». È la richiesta che arriva a gran voce dai residenti nella zona alle spalle della chiesa di Sant'Ambrogio a Seregno, costretti a fare i conti con la chiusura nel nuovo passaggio pedonale per via don Gnocchi.
Seregno, un passaggio sbarratoChe fa arrabbiare Sant’Ambrogio

Seregno – «Riaprite quel passaggio pedonale». È la richiesta che arriva a gran voce dai residenti nella zona alle spalle della chiesa di Sant’Ambrogio a Seregno, costretti loro malgrado a fare i conti con la chiusura nel nuovo passaggio pedonale che consente di raggiungere velocemente la via don Gnocchi.
«Abito qui con la famiglia da una quarantina di anni – ha spiegato in questi giorni un lettore – e confesso che ritengo che la situazione odierna sia paradossale. Da quel che abbiamo saputo, la decisione è stata presa dall’amministrazione comunale, impossibilitata a sistemare per motivi economici le lampade che servirebbero per illuminare il breve tratto nelle ore serali sera». «Il passaggio pedonale che ora è sbarrato occupa uno spazio riservato in precedenza ad un sentiero, che correva nascosto in mezzo agli alberi e in condizioni di sicurezza ben peggiori rispetto alle attuali. Ci chiediamo come sia stato possibile prevedere una soluzione così penalizzante per tutti».

Il piccolo passaggio è stato edificato dall’immobiliare Torre Sant’Ambrogio, nell’ambito dei lavori del vicino piano di lottizzazione con affaccio sulla via Colzani, già finito circa un anno fa alla ribalta delle cronache. In quella occasione il consiglio comunale decise di chiedere al costruttore il rispetto della convenzione sottoscritta tempo addietro e di conseguenza, tra l’altro, l’eliminazione di un peduncolo sotterraneo non contemplato e lo spostamento di una centrale del teleriscaldamento di Gelsia, posizionata per tre quarti al di sotto di un’area di proprietà pubblica.
«L’errore non è stato quello di chiudere il passaggio – commenta il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Ciafrone – bensì quello di aprirlo. Ancora non c’è stato il necessario collaudo delle opere, come si intuisce dalla mancanza delle lampade per l’illuminazione pubblica. Bene ha fatto il settore comunale urbanistica a procedere in questo modo».

Sullo status quo dei rapporti con l’immobiliare Torre Sant’Ambrogio, è intervenuto invece l’assessore all’Urbanistica Edoardo Mazza: «Nulla è cambiato dopo la deliberazione del consiglio comunale di dodici mesi fa. La nostra controparte ha deciso di impugnare quel provvedimento ed ha presentato ricorso al Tar della Regione Lombardia. Ora attendiamo pertanto una sua decisione nel merito». L’impressione è che il braccio di ferro in corso possa prolungare all’infinito l’attesa dei residenti, considerato che notoriamente la giustizia italiana si muove a passo di lumaca: visto che il problema riguarda un tratto di nemmeno cento metri, si scadrebbe così nel ridicolo.
Paolo Colzani