Il dono da parte dei carabinieri forestali alla comunità locale di una talea del Ficus Macrophilla, meglio conosciuto come albero Falcone, la pianta che fa bella mostra di sé sotto la casa di Giovanni Falcone a Palermo, diventata meta di pellegrinaggio civile, ha caratterizzato venerdì 23 maggio la cerimonia di commemorazione dell’attentato di Capaci, in cui nel 1992 il magistrato siciliano perse la vita con la moglie Francesca Morvillo, sua collega, e con gli uomini della loro scorta. Il momento, promosso dall’amministrazione comunale a San Carlo, nell’area che ufficializza l’intestazione del parco di quartiere allo stesso Falcone ed a Paolo Borsellino, dove nei prossimi giorni la targa commemorativa sul cippo, ripulita per l’occasione ma comunque ammalorata, sarà definitivamente sostituita, ha registrato la partecipazione degli studenti della scuola primaria Rodari, delle Forze dell’ordine e del Rotary Sedeca, con la presidente Marilena Biella, Vittoria Letizia Leone e Claudia Bellotti, associazione che ha fatto da tramite tra i carabinieri forestali ed il sindaco Alberto Rossi.
Giovanni Falcone: il giro degli interventi

Dopo l’omaggio alla stele dedicata a Falcone e Borsellino, il canovaccio lo hanno introdotto gli studenti della Rodari, che hanno letto alcuni messaggi sulle figure dei due martiri di Cosa Nostra, definiti «giudici che ci hanno aperto gli occhi»,nonché «uomini che hanno dato la vita per un mondo più giusto». La palla è passata quindi al primo cittadino, che ha richiamato il giorno dell’attentato: «Ero poco più piccolo dei ragazzi che sono qui oggi. Ricordo i miei genitori incollati alla televisione: capii subito che era successo qualcosa di grosso». Rossi ha poi ricostruito un precedente passaggio al comprensivo Moro, dove un alunno ha associato, in una commemorazione interna al plesso, il nome di Luca Attanasio, ambasciatore assassinato in Congo, a quelli di Falcone e Borsellino: «Abbiamo conosciuto in questi mesi il papà di Luca, che ci ha confidato come il figlio non andasse bene a scuola. Ma era un sognatore e non ha mai smesso di lottare». E proprio le capacità di sognare e lottare per un ideale sono le eredità che Attanasio ha lasciato alle nuove generazioni, come Falcone e Borsellino. Il giro degli interventi lo ha infine concluso il colonnello dei carabinieri forestali Vincenzo Andriani: «La mafia con l’uccisione di Falcone ha ottenuto l’effetto contrario a quello che sperava. La mafia è un comportamento, qualcosa che si può incontrare nella quotidianità: combatterla richiede il contributo di tutti». La talea dell’albero Falcone sarà conservata in municipio o a scuola.