Se il mondo ha il volto dell’IndiaC’è ”Dunia” al teatro Binario 7

Sono Lucrezia Maniscotti, milanese; Denis Stern, chitarrista e compositore russo e Arup Kanti Das, percussionista, o meglio tablista, originario di Calcutta. Insieme hanno dato origine al progetto “Dunia”, un termine arabo che significa “mondo”. Sabato 2 marzo alle 21 al Teatro Binario 7.
Se il mondo ha il volto dell’IndiaC’è ”Dunia” al teatro Binario 7

Monza – L’India li unisce. L’Italia li ha fatti incontrare. Ma sul palco propongono un viaggio tra diverse culture, quelle d’origine e quelle che hanno imparato a conoscere nel corso dei loro innumerevoli viaggi. Sono Lucrezia Maniscotti, milanese; Denis Stern, chitarrista e compositore russo e Arup Kanti Das, percussionista, o meglio tablista, originario di Calcutta. Insieme hanno dato origine al progetto: “Dunia”, un termine arabo che significa “mondo”. Uno spettacolo perfettamente in linea con lo spirito della stagione Terra che lo ha inserito nel proprio cartellone sabato 2 marzo, alle 21 al Teatro Binario 7.
Una proposta diversa fatta di musiche, di danza e gestualità teatrale, ma anche di poesie e testi. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Lucrezia Maniscotti, appassionata di India a tal punto di prendere una laurea in indologia – è quello di trovare un linguaggio originale che fonda e trasmetta le molteplici esperienze sperimentate da tutti noi». Una collaborazione artistica nata per caso: Lucrezia incontra Arup, diciotto anni fa a Milano ad una delle iniziative promosse dall’India, poi le loro strade si dividono. La terra indiana chiama Lucrezia. Lucrezia risponde. In India la danzatrice studia il Bharata Natyam e debutta al tempio Kapaliswara di Chennai. Arup nel frattempo gira l’Europa, la sua esperienza musicale, già oltremodo articolata, si arricchisce anche di collaborazioni. In Italia, per esempio, ha lavorato con Antonella Ruggero e Ornella Vanoni, per citarne qualcuno. È in questi viaggi che la musica di Arup Kanti Das si incontra con quella di Denis Stern che ha lasciato la sua fredda Russia per sperimentare i caldi ritmi della Spagna. Il nuovo mondo lo porta addirittura a creare uno strumento musicale del tutto originale che conta undici corde, da lui battezzato “taroud”: è uno strumento che fonde in un solo corpo un liuto arabo e una chitarra spagnola. Tra gli artisti con cui ha collaborato anche: Vladimir Denissenkov e Ludovico Einaudi. Tra Arup e Denis inizia una collaborazione. Poi, l’incontro, di nuovo, con Lucrezia e il progetto Dunia. La musica si fonde con la danza, la danza dà vita alla musica.
Arup canta in Bengalese, Lucrezia traduce in italiano e con il corpo. Non manca una poesia scritta dalla stessa Maniscotti e un testo, intitolato proprio “Dunia” composto, invece, da una poetessa russa. Uno spettacolo da vedere e da sentire. Con gli occhi. Grazie anche ai bellissimi abiti indiani indossati dai tre artisti. E con la mente. Biglietti: 12 euro l’intero, 10 il ridotto (minori di 25 anni e maggiori di 65, allievi della Scuola delle arti e convenzionati). Under 18: sei euro. Sconto ai lettori del Cittadino con il coupon in edicola da giovedì e sabato.
Giusy Taglia