Scandalo ospedale, parla Amigoni«Inchiesta su di me? Sono sereno»

Per bocca del suo avvocato fa sapere di essere serenissimo l'ex direttore generale dell'azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, Maurizio Amigoni, indagato per turbativa d'asta insieme con l'allora direttore amministrativo Patrizia Pedrotti nell'ambito della maxi-inchiesta lecchese sul teleospedale.
Scandalo ospedale, parla Amigoni«Inchiesta su di me? Sono sereno»

Vimercate – Per bocca del suo avvocato fa sapere di essere serenissimo l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, Maurizio Amigoni, indagato per turbativa d’asta insieme con l’allora direttore amministrativo Patrizia Pedrotti nell’ambito della maxi-inchiesta lecchese sul teleospedale, il sistema di tangenti che avrebbe dovuto guidare l’assegnazione degli appalti per l’installazione e il funzionamento di un canale televisivo a circuito chiuso negli ospedali lombardi.

A entrambi la procura ha inviato l’avviso di fine indagine, così come agli altri indagati dell’inchiesta che dopo i primi avvisi di garanzia, emessi nel dicembre 2010, si è allargata a coinvolgere diverse figure di spicco della politica e della sanità brianzola e lecchese. L’impianto accusatorio viaggia su due filoni e interseca i reati di turbativa d’asta a quelli di corruzione e istigazione alla corruzione. L’aggancio vimercatese della vicenda si colloca nel primo profilo di reato. Secondo l’accusa, Amigoni, ciellino, entourage formigoniano, Cristina Clementi, moglie del vicesindaco di Merate, e Pedrotti, avrebbero pilotato la gara d’appalto istituendola con criteri tali, in termini di tempistica e requisiti, da favorire “Multimedia Hospital”.

Proprio uno dei soci della società, il conte Alberto Uva di Missaglia, risulta indagato per la tentata corruzione dell’allora capogruppo leghista in Regione, Stefano Galli, che oppose un secco no alla proposta di pilotare l’appalto. L’inchiesta prese il via nell’autunno 2009 proprio sulla base dell’esposto di Galli. Secondo la ricostruzione avvenuta in sede di istruttoria, sono otto gli anni di contratto in palio, per un valore di un milione l’anno, che avrebbero dovuto legare il fornitore del servizio di Telesanità e gli ospedali della Lombardia aderenti al progetto, con la previsione di undici ore di accensione dei monitor, dalle 8 alle 19, collocati nei punti di maggiore afflusso dei pazienti, con filmati informativi e spezzoni di pubblicità.

Un’operazione di valore economico evidente, pari a somme milionarie che dovevano finire nelle casse di alcune aziende che, dietro corrispettivo di corpose tangenti, avrebbero ottenuto gli appalti per l’installazione degli apparecchi televisivi. L’operazione s’infranse però sull’esposto di Galli, che nel settembre 2009 rivelò di aver rifiutato l’offerta di 15mila euro da Uva per accelerare l’iter degli appalti negli ospedali lombardi. Quando l’inchiesta raggiunse Amigoni, nel dicembre 2010, si era proprio alla vigilia delle nuove nomine ai vertici di asl e aziende ospedaliere lombarde. Prevedibile e puntuale la rimozione del direttore da Vimercate, dove nel gennaio 2011 l’incarico fu affidato a Paolo Moroni.

Solo dodici mesi di ‘vita’ aziendale per lui, migrato alla direzione dell’ospedale di Melegnano. Al suo posto, da un anno, l’attuale dg Pietro Caltagirone. Patrizia Pedrotti ha proseguì il suo incarico di direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate fino al gennaio 2012, quando le subentrò Isabella Galluzzo.
Anna Prada