Monza – Omicidio volontario aggravato dalle sevizie, violenza sessuale (tentata e consumata) sequestro di persona e rapina. E’ un elenco di orrori e crudeltà, il capo di imputazione contestato dalla pm di Monza Franca Macchia nell’atto conclusivo dell’indagine a carico di Fabio Giordano, accusato dell’omicidio di Gianina Ganfalianu, la prostituta trovata morta strangolata nel maggio dello scorso anno, in un box di vicolo Villa Rachele, a Cinisello Balsamo, in uso al muratore 45enne.
Oltre alla vittima, risultano altre tre donne come parti offese. Gli inquirenti, infatti, hanno ricollegato all’indagato anche una vecchia denuncia presentata nel 2008 da una prostituta italiana, che ha riconosciuto Giordano come l’uomo che l’aveva legata in macchina con dei fili elettrici e con i collant, e dal quale era riuscita a scappare all’ultimo momento.
A incastrare Giordano, in questo caso, ci sono anche i fili elettrici utilizzati nel 2008, dello stesso tipo di quelli trovati nel box in cui è morta la rumena Ganfalianu, al culmine di una prestazione di sesso estremo. La morte della Ganfalianu, 43 anni, è avvenuta per strangolamento manuale, hanno chiarito i medici legali.
Al ritrovamento del cadavere si è arrivati in modo quasi casuale. I carabinieri erano in allarme dopo la denuncia di altre due prostitute ghanesi, che avevano raccontato di essere state adescate, e poi condotte in quel garage trasformato in alcova, dove Giordano, che prima dell’arresto lavorava come operaio edile e buttafuori in un locale dell’hinterland, assumeva cocaina prima di dar sfogo alle sue perversioni.