Monza – Il San Gerardo di Monza è in cima alla classifica lombarda per i prelievi di organi. Secondo i dati della consulta nazionale trapianti, aggiornati al 31 ottobre 2012 il san Gerardo era già in testa alla classifica con 23 prelievi, davanti ai 21 di Brescia, ai 15 del san Matteo di Pavia e l’ospedale di Bergamo e ai 13 di Varese.
Il dato aggiornato al 31 dicembre da Giuseppe Citerio, responsabile prelievi della provincia di Monza e Brianza e direttore della Neurorianimazione del san Gerardo è di 29 prelievi multi organo a fronte di 45 possibili donatori. Più del doppio rispetto al 2011 che pure aveva visto l’ospedale cittadino ai primi posti in Lombardia. Nel 2011 infatti le segnalazioni di donatori erano state 22 e i prelievi multi organo 11.
“E’ sicuramente una crescita che ripaga del lavoro fatto per sensibilizzare la cittadinanza alla donazione- è il commento di Lucio D’Atri per 15 anni presidente dell’Aido provinciale ora guidata da Enrica Colzani- il merito va sicuramente alla direzione dell’ospedale che negli ultimi anni ha investito molto nella Rianimazione facendone un reparto di riferimento a livello nazionale. Ora vorremmo che anche gli ospedali di Desio e Vimercate crescessero in questa direzione”.
Nel 2012 a Vimercate ci sono state 2 segnalazioni di possibili donatori e due prelievi effettuati, a Desio due segnalazioni e un prelievo. Nel 2011 Vimercate non aveva effettuato nessun prelievo e Desio uno. “E’ evidente che il san Gerardo ha numeri diversi- commenta Giuseppe Citerio- perché raccogliamo i casi più gravi di tutta la Brianza, ci sono 10 posti in rianimazione generale, 8 in rianimazione cardiochirurgia e 7 in neurorianimazione. Arrivare alla donazione di organi è per noi parte del processo di cura, anche se è sempre un momento delicato la comunicazione ai famigliari della condizione di morte encefalica”.
La difficoltà è spesso quella di capire dai parenti quale potesse essere la posizione del paziente in materia di donazione di organi. “In pochi casi -spiega Citerio- c’è una dichiarazione di volontà scritta che invece semplificherebbe molto le cose”.
Rosella Redaelli