Politica, i sette colli di LissoneUn gpm tra candidati sindaco

Luigi Losa analizza il faccia a faccia di martedì sera a Lissone. Un incontro dove dovevano presentarsi tutti e otto i candidati e invece se ne sono presentati sette. Chi vince il confronto? Le donne, naturalmente. Con un outsider.
Politica, i sette colli di LissoneUn gpm tra candidati sindaco

Lissone – La terza tappa del tour dei faccia a faccia in quel di Lissone sembra una di quelle di montagna al Giro o al Tour, quei <tapponi> con tanti colli da scalare, di prima o seconda categoria come si dice in gergo. I <colli> in questione sono i candidati che nella fattispecie erano otto, almeno da programma. Poi, uno, Libero Bognani non s’è visto: una mail arrivata tardi annunciava la sua assenza per malattia. Non abbiamo potuto dirlo al pubblico e ce ne dispiace.

Fatto sta che quanto più sono numerosi i candidati, quanto più è faticoso il dibattito perché da un lato va garantito a tutti di poter rispondere con il tempo necessario e dall’altro va consentito di affrontare il maggior numero di argomenti. Il tutto senza fare addormentare chi segue, soprattutto se sprofondato sulle comode poltrone della sala di Palazzo Terragni, molto più bella e agevole di quella del 1994, anno del primo faccia faccia del giornale a Lissone.

Tutti i candidati si sono battuti al meglio ma di certo Daniela Ronchi candidata della Lega (insieme alle civiche Progetto Lissone e Federalismo e Libertà), vuoi perché assessore di lungo corso, vuoi perché moglie di quella <volpe> politica che è l’ex sindaco ed ora onorevole nonché assessore provinciale Fabio Meroni, ha dimostrato di conoscere bene (grazie anche ai preziosi suggeritori in platea) ogni materia, argomento, problema e di rispondere per le rime a chi ha provato ad attaccarla.

Non da meno è parsa Concetta Monguzzi (Pd, Listone, Sel, Idv e civica Concetta Monguzzi per Lissone), un po’ frenata all’inizio ma poi sempre più sciolta. Ha mostrato alla fine quasi sin troppa sicurezza, forte del largo schieramento di centrosinistra che la sostiene e forse fidando del vantaggio psicologico proveniente dalle divisioni e dalla troppe candidature del centrodestra così come della rottura dell’alleanza tra Pdl e Lega.

Altro protagonista della serata è stato sicuramente Ruggero Sala, candidato di Per Lissone Oggi, un altro <veterano> della politica lissonese, anche istrionico nel mettere in difficoltà il candidato ufficiale del centrodestra Edoardo Cazzaniga (Pdl, Ucd e le tre civiche Lissone in Movimento, Lissone Più Giovani, Lissone Civica), che è sembrato al di sotto delle aspettative.

Tenuto conto anche di Bognani e di Russo in ogni caso l’area di centrodestra è quanto mai affollata e Sala l’ha capito più di tutti cercando di ritagliarsi spazio, attenzione, applausi e consensi con spunti polemici che hanno, seppure solo a tratti, infiammato la serata. Gli altri candidati, da Emanuele Sana (Movimento 5 Stelle) a Filippo Piacere (Partito Comunista dei Lavoratori) e soprattutto Antony Russo (La Destra) han finito per diventare comprimari anche se Sana non ha mancato di portare attacchi serrati all’amministrazione uscente su talune questioni molto concrete e molto sentite dai cittadini.

I quali hanno seguito in gran numero e attenzione il dibattito. Di sicuro Lissone è oggi una città che, cresciuta molto velocemente e forse eccessivamente in pochi anni, deve fare i conti con notevoli problemi di servizi ai cittadini ed al contempo con risorse sempre più scarse. Domani, giovedì, si va a Cesano M. con altri <magnifici 7> candidati ma soprattutto con un’altra città tornata alle urne anzitempo per la caduta della giunta di centrodestra dopo soli due anni di governo. Facile prevedere qualche regolamento di conti all’Excelsior.
Luigi Losa