Monza – «Ho ricevuto un invito a comparire da parte della Procura di Milano, qualche minuto fa, nell’ambito dell’inchiesta che riguarda le spese del Consiglio regionale. Volevo ne foste informati in tempo reale. Ribadisco quanto scrivevo qui sotto: sono fiducioso nel lavoro dei magistrati, ho sempre rendicontato voce per voce tutte le mie spese, che non riguardano pranzi, cene, aperitivi o acquisti di beni per me o per altri, ma solo trasferimenti in qualità di consigliere regionale. Trovate una illustrazione nella nota che scrissi all’inizio dell’anno. Ovviamente, sarà mia premura informarvi sullo sviluppo dell’indagine che, a questo punto, riguarda anche me».
Lo ha scritto mercoledì pomeriggio il consigliere regionale del Pd Giuseppe Civati, sul suo seguitissimo blog. Il nome di Civati è finito nello scandalo dei rimborsi di Regione Lombardia. Una ventina di consiglieri dell’opposizione del Pirellone, infatti, tra i quali alcuni esponenti del Partito democratico e dell’Italia dei Valori, risultano indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio. A Civati sono contestate spese per 3.145 euro per corse di taxi, qualche posteggio, biglietti ferroviari, francobolli, pernottamenti in hotel.
Pd Lombardia, scandalo rimborsiIndagato anche Giuseppe Civati
«Da parte della Procura di Milano, nell'ambito dell'inchiesta che riguarda le spese del Consiglio regionale». Lo ha scritto Pippo Civati, il consigliere regionale Pd che ha ricevuto un avviso di garanzia nell'inchiesta della magistratura milanese sullo scandalo dei rimborsi in regione.