Desio – Una domenica al mese, la prima, di negozi aperti, per tutta la stagione primaverile ed estiva. E diverse iniziative di aggregazione. Sempre con un unico obiettivo: “Ridare vivacità al commercio locale”, per dirla con l’assessore al commercio Paolo Smorta. I primi appuntamenti del programma realizzato dall’unione commercianti e l’amministrazione comunale sono stati presentati in settimana dallo stesso assessore. Si comincia sabato 31 marzo e domenica primo aprile, con “la Fiera delle Regioni”: prodotti tipici, artigianato e tradizioni delle regioni italiane la faranno da padrone, nelle bancarelle allestite in piazza Conciliazione, dalle 10 alle 19.
In contemporanea, andranno in scena spettacoli e concerti dedicati al Sud Italia: “Partiamo dalle Regioni del Sud, da cui provengono molti desiani immigrati” spiega l’assessore. Sabato 31 marzo alle 16.30 si esibirà “Tano Avanzato” e il gruppo “Zabara” in “Cantu e Cuntu”, spettacolo che arriva direttamente da Campobello di Licata, città natale di tanti desiani. Il giorno dopo, domenica primo aprile, sarà invece la volta del gruppo “Domo Emigrantes” con musiche del Sud Italia. “Ci auguriamo che i desiani colgano questa occasione per socializzare” dice Smorta.
Le iniziative arrivano in un momento particolarmente teso per i commercianti, sia a causa della difficile situazione economica di tutto il Paese, sia per le divergenze interne all’associazione desiana, che ha portato, nei giorni scorsi, alle dimissioni di 4 membri del comitato direttivo. Le divisioni non fanno però perdere di vista l’obiettivo di ridare impulso al commercio. Ecco dunque il calendario di iniziative. E per luglio, c’è in programma “la notte bianca”: anche a Desio, come già succede in altre città, i negozi resteranno aperti fino a tarda ora, mentre le vie saranno animate da spettacoli ed eventi.
Intanto, sul commercio “in crisi” interviene la lista civica dei “popolari per Desio”, contrari alle aperture domenicali: “La domenica – scrivono in un comunicato – è il giorno della festa, della rigenerazione delle relazioni familiari, dell’attenzione ai malati, agli ultimi e, per i credenti, soprattutto il “giorno del Signore”. Siamo consapevoli che le recenti liberalizzazioni hanno lo scopo di generare lavoro ma ciò non può essere perseguito a scapito di un benessere complessivo che non si può misurare solamente in termini economici. Per la gran maggioranza degli italiani, la domenica resta un patrimonio da preservare e valorizzare”.