Muggiò La soluzione industriale, da tempo auspicata dalle organizzazioni sindacali per la Panem, è finalmente arrivata. Mercoledì, infatti, il gruppo Novelli di Terni ha rilevato il 98,9% del capitale della società alimentare di Muggiò. Un’operazione che, già all’inizio di luglio, era stata preannunciata con la sottoscrizione di una lettera d’intenti relativa appunto all’acquisizione da parte del gruppo alimentare umbro. La Panem era, dal 2003, di proprietà del fondo di investimento Industria e finanza Sgr.
Il Gruppo Novelli, invece, opera da tempo nel settore: dispone di cinque siti produttivi per un totale di 700 dipendenti. L’attività del gruppo umbro è iniziata nel 1900 con Ferdinando Novelli. Torquato Novelli, attuale presidente, è il primogenito di Guglielmo, il figlio del fondatore. Il passaggio di consegne dovrebbe chiudere una fase tormentata nella storia dell’azienda di Muggiò.
«La cessione dell’azienda – sottolinea Simone Pulici, segretario generale Flai Cgil Brianza – era l’evento che attendevamo. Speriamo che questa soluzione sia di buon auspicio per le lavoratrici e i lavoratori della Panem. In questi mesi, hanno dovuto convivere con una tensione finanziaria che ha trascinato le scadenze per il pagamento delle retribuzioni, con gravi conseguenze con le famiglie. La carenza di liquidità aveva portato anche al mancato pagamento della quattordicesima e alla mancata applicazione del contratto integrativo regionale».
La Panem, dunque, da tempo si trovava in difficoltà: nel corso di una precedente riorganizzazione, era stato chiuso il sito produttivo di San Mauro Torinese. Il sito di Altopascio (Lucca), già ceduto ad altra società, era stato riacquisito. I dipendenti del gruppo sono ora complessivamente 187: 150 a Muggiò e i restanti nella sede toscana. La società produce pane fresco industriale e sostitutivi del pane (fette biscottate, grissini..). La produzione è stata anche ampliata con un tipo di pane a media-lunga conservazione. Il fatturato annuo è di 60 milioni di euro.
La Panem sta utilizzando la cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, conseguenza di un accordo siglato al Ministero del Lavoro. L’uso di quest’ammortizzatore sociale è previsto per un massimo di 50 addetti. Ma la cassa integrazione riguarda soprattutto Altopascio. A Muggiò il provvedimento riguarda specialmente gli impiegati. Anzi, è stato assunto personale stagionale per sostenere la produzione. «Il lavoro c’è – conclude Pulici -, a mancare è la redditività».
Sergio Gianni