Monza – “Sarò anche uno spacciatore, ma certo non sono un assassino”. Dichiarazioni in aula di tribunale per il ventenne Daniele Pullano, il ragazzo di Cantalupo attualmente a processo davanti alla Corte d’Assise di Monza con l’accusa di omicidio volontario aggravato, in relazione alla brutale uccisione di Rita Bestetti, la cuoca di 66 anni massacrata a colpi di coltello e ferro da stiro nel suo appartamento di via Pellegrini ai primi di giugno 2010.
L’imputato, nell’udienza celebrata martedì pomeriggio, ha reso dichiarazioni spontanee, confermando la sua versione resa fin dall’epoca dell’arresto. Pullano ha ammesso di essere stato sulla scena del delitto (dove peraltro sono state trovate le sue impronte) ma ha detto di essere arrivato sul posto quando il delitto era già stato consumato. Ha negato inoltre di aver girato le manopole del gas in cucina, trovate completamente aperte dal figlio maggiore della vittima al momento della scoperta del cadavere.
Martedì, la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Italo Ghitti, ha disposto una perizia super partes per chiarire se risultano o meno tracce dell’imputato sul coltello usato per ferire alla gola Rita Bestetti. Opposte, relativamente a questa circostanza, sono infatti le versioni dei periti di accusa e difesa. Impossibile, inoltre, è stato rinvenire tracce sul ferro da stiro, l’arma con cui la donna, cuoca presso un’azienda metalmeccanica, è stata colpita al capo ripetutamente. A fornire agli investigatori della Mobile un possibile movente dell’omicidio, è stato lo stesso Pullano, che aveva detto di temere di essere denunciato dalla Bestetti, perché forniva droga al più giovane dei suoi tre figli.
Federico Berni