Monza – Non è la prima volta che si parla di rotonde in largo Mazzini. La prima proposta di questo tipo (anche se non era una doppia rotonda) risale al 1996 quando il consiglio comunale aveva approvato un emendamento al piano regolatore che prevedeva l’abbattimento del cavalcavia per costruire una rotonda in superficie. Al tempo l’assessore alla Viabilità, e vicesindaco, era Angelo Longoni e nelle mappe del piano contenute nel piano regolatore di allora si prevedeva una semplice rotatoria al centro di largo Mazzini che avrebbe regolato il traffico da corso Milano, via Gramsci e via Caduti del Lavoro verso le vie Manzoni e Azzone Visconti.
Con questa previsione viabilistica sarebbe stato impossibile scavalcare la stazione. La seconda parte dell’operazione di sistemazione di largo Mazzini, prevedeva di ricostruire ”a ponte” la stazione ferroviaria, che sarebbe rimasta sospesa sui binari; l’entrata sarebbe stata spostata dal lato di piazza Castello. Quanto alle macchine, erano previsti due parcheggi sotterranei (1.250 posti in tutto) alle estremità della zona chiusa al traffico: sotto la Rinascente (700 posti, un terzo da vendere e il resto a rotazione) e in piazza Castello. L’intera zona in superficie di largo Mazzini sarebbe diventata un’area pedonale prolungando la zona a traffico limitato che oggi arriva da via Italia fino alla Rinascente.
Questa proposta di modifica di largo Mazzini poi è stata abbandonata con l’arrivo della giunta guidata dal sindaco Roberto Colombo. Dal 1997 in poi non sono più arrivate proposte degne di essere approfondite per quanto riguarda la sistemazione dell’incrocio di largo Mazzini. Sono stati presentati dei progetti che prendevano in considerazione anche il coinvolgimento del sedime ferroviario, cosa che complicava le procedure dei lavori. Oppure lavori che presupponevano degli esagerati costi di cantiere, così da allora si è sostanzialmente sospeso ogni progetto concreto di sistemazione della rotonda.
In parte, per quanto riguarda largo Mazzini, ci si è anche affidati all’approvazione del piano generale del traffico, documento di pianificazione viabilistica che a Monza manca dal 1992. Alcuni progetti, infatti, confidavano nell’approvazione del piano del traffico che ancora oggi non è stato approvato. L’occasione che oggi si presenta alla giunta di Marco Mariani è unica: in questo momento ci sono tutti i presupposti per poter chiudere questa operazione viabilistica che porrebbe fine ad anni di attesa e di progetti poi accantonati.
Andrea Trentini