Monza – Una libreria per una biblioteca sarà il gioco di specchi che il convento dei padri barnabiti ha organizzato a partire da sabato, 22 ottobre, e fino a domenica 30. Obiettivo: raccogliere fondi a favore del progetto annunciato ufficialmente lo scorso 25 novembre, ossia la realizzazione di una biblioteca aperta anche al pubblico che metta a disposizione della città l’importante patrimonio librario del convento. Che comprende anche incunaboli, cinquecentine e secentine.
Sarà, in altre parole, la terza biblioteca della città per dimensioni e importanza, con la capitolare e la civica. Quel progetto va finanziato e allora da sabato, per dieci giorni, il Carrobiolo diventa libreria grazie alla collaborazione con la Tarantola di Sesto San Giovanni: nell’ingresso del teatro Villoresi verrà allestito un spazio di vendita di libri in commercio tutti i pomeriggi della settimana (dalle 16 alle 19) e sabato e festivi anche dalle 10 alle 13. La vendita sarà aperta anche nelle serate in cui sono programmati spettacoli al Villoresi. Nel frattempo i padri barnabiti segnalano che i lavori per la realizzazione della biblioteca, che occuperà alcune sale del convento al piano terra, procedono come da programma.
«Da un lato si sta lavorando alla predisposizione del complesso lavoro di trasferimento dei volumi, alla formazione degli addetti alla biblioteca, all’inserimento della biblioteca nei sistemi bibliotecari di Monza e Brianza, nazionali ed ecclesiastici, alla determinazione dei volumi che necessitano di restauro. Dall’altro lato si stanno allestendo i nuovi locali in cui verrà collocata la biblioteca con gli arredi specifici e le strumentazioni necessarie; lavoro, questo, assai impegnativo». Impegnativo per i barnabiti anche sotto il profilo finanziario: l’iniziativa ha per il momento trovato il sostegno della Fondazione Cariplo, della Fondazione di Comunità Monza e Brianza, «di un buon gruppo di singoli cittadini e di alcune imprese fra le quali ci piace menzionare Chante Claire – gruppo Desa, Gm International, Caprotti Luce».
Massimiliano Rossin