Monza, cinque milioni di europer una caserma ancora vuota

È paradossale la storia del nuovo comando provinciale dei vigili del fuoco costruito in via Cavallotti . Un parallelepipedo di vetro e cemento alto tre piani, costato cinque milioni di euro, finito a giugno ma che resta vuoto.
Monza, cinque milioni di europer una caserma ancora vuota

Monza – Un’opera colossale, immensa. Addirittura sovradimensionata, a detta delle stesse persone che dovranno occuparla. Ma vuota. È paradossale la storia del nuovo comando provinciale dei vigili del fuoco costruito in via Cavallotti proprio di fronte alla storica caserma di via Mauri. Un parallelepipedo di vetro e cemento alto tre piani, costato cinque milioni di euro, progettato nel 2004 e costruito a partire dal 2007.

Ora il cantiere è concluso, il nuovo comando è pronto dallo scorso mese di giugno. Ma resta vuoto. E qui inizia una storia incredibile fatta di spreco di denaro pubblico e di italica burocrazia che ha lasciato a metà del guado tutti i pompieri che operano sul territorio di Monza e Brianza. «Dovrebbero entrarci 80 uffici, un’enormità – spiega Sergio Lamperti, sindacalista dell’Usb e vigile del fuoco da una quindicina d’anni -. Mancano solo gli arredi, ma la struttura è finita. Quando entrerà in funzione? Non lo sappiamo».

L’edificio dovrebbe ospitare la sala operativa per gli interventi di soccorso, oggi gestita ancora dal comando di Milano. E proprio qui sta l’inghippo. I vigili del fuoco potranno prendere possesso della nuova struttura solo quando Monza diverrà sede di un comando provinciale. Una decisione che spetta al Governo. Data per sicura un mese sì e l’altro pure, la firma sul decreto non è stata mai posta dal ministro competente, quello dell’Interno. E forse mai lo sarà. Ora Monza resta solo un distaccamento di Milano. «La Provincia è istituita da tempo – commenta Lamperti -. Ci sono voci che girano in caserma e che vogliono la costruzione destinata a ospitare uffici di altri enti. Posso solo dire che questo legame con Milano ci crea problemi e vantaggi ».

I problemi: la sala operativa del 115 non è autonoma. Se arriva una chiamata di richiesta d’aiuto dal territorio extra-cittadino, i mezzi prima di intervenire devono avere l via libera da Milano. Con dilatazione dei tempi di risposta. Staccarsi da Milano vorrebbe dire veder decrescere il numero degli effettivi. Sembra paradossale, ma nelle caserme di Desio, Seregno e Monza operano 140 pompieri, divisi in quattro turni di lavoro. Se Monza diventasse comando provinciale, il loro numero diminuirebbe a poco più di cento. «Monza non può essere assimilata a Lodi – continua Lamperti -. Non possiamo accettare il sottodimensionamento. Ma potrebbe accadere». Davide Perego