Lissone – Amareggiato, perplesso e basito. Edoardo Cazzaniga, presidente della casa di riposo Agostoni, vittima di un episodio che potrebbe far pensare ad un’intimidazione, reagisce con sentimenti di stupore e amarezza. L’auto che abitualmente utilizza per i suoi spostamenti, il cui titolare è per altro il figlio Massimiliano, una Bmw X3, è stata data alle fiamme all’interno del parcheggio della Rsa cittadina che il presidente aveva da poco raggiunto dovendo prendere parte ad un consiglio di amministrazione. Un incendio doloso, non ci sono dubbi.
Cazzaniga ha sporto denuncia contro ignoti e ad oggi non si spiega le ragioni di un tale gesto. Un atto tutto da decifrare e che ad oggi rimane avvolto nel mistero. Un episodio gravissimo sul quale stanno indagando i carabinieri che hanno in possesso le immagini registrate della videosorveglianza. Il video ha ripreso due individui, due giovanotti pare tra i 20 e i 25 anni che, dopo aver aperto il cancello d’ingresso con la chiave, si dirigono al parcheggio dove c’era l’auto di Cazzaniga. La quale, dopo pochi istanti, prende fuoco. Ben visibile la fiammata. Chi ha colpito è andato a colpo sicuro. Sapeva che quella era l’auto del presidente.
Sul posto, accanto alla vettura di Cazzaniga, c’erano infatti altre due auto. L’atto di vandalismo sarebbe dunque da escludere. All’esterno della Casa di Riposo erano parcheggiate una trentina di mezzi, perché rischiare di essere riconosciuti penetrando all’interno della struttura? Già candidato sindaco e consigliere comunale fino a pochi mesi fa, storico presidente del Consiglio di amministrazione della Casa di Riposo Agostoni. Edoardo Cazzaniga non si spiega l’accaduto e riceve la solidarietà di amici, conoscenti e politici.
“Sono amareggiato perché non capisco come sia potuta succedere una cosa del genere- afferma- non c’è un motivo che possa far pensare a questo. Sono alla guida del cda della casa di riposo da dodici anni, non ci sono mai stati screzi, non capisco. Gli ultimi appalti risalgono ad almeno due anni fa e fanno riferimento alla mensa, alle pulizie e al servizio infermieristico. Non credo che ci sia un collegamento con la carica che rivesto e non so se è una cosa personale, mi sento benvoluto da tutti. La cosa strana è che le riunioni non le svolgiamo sempre nello stesso giorno, cambiamo anche ora. Ero arrivato da una decina di minuti”.
Dalle immagini di videosorveglianza non si riuscirebbe a risalire al volto degli autori materiali. Che come detto sono giovani. “Non ho mai ricevuto minacce, non ho mai litigato con qualcuno, non è mai successo nulla, non capisco. Tuttavia mi sento tranquillo e vado avanti nei miei impegni”.
Elisabetta Pioltelli