Monza – Non si ancora se la Brianza accoglierà qualcuno dei settecento profughi africani che dovrebbero arrivare tra giovedì e venerdì in Lombardia. «Le destinazioni – spiega il prefetto Renato Saccone – saranno individuate dalla Regione come prevede l’accordo stipulato con lo Stato e la Protezione civile. I prefetti, che vengono avvertiti solo il giorno prima dell’eventuale arrivo dei rifugiati, si limitano a dare una mano nella gestione delle operazioni». La situazione, precisa, è in continua evoluzione.
Quello che potrebbe accadere nelle prossime ore è stato anticipato martedì dal governatore Roberto Formigoni: «La Lombardia – ha premesso – come sempre garantirà con le province e i comuni il massimo della collaborazione». L’accoglienza dei nordafricani, ha aggiunto, sarà articolata in due fasi. La prima, definita «di alloggiamento temporaneo» dovrebbe durare un paio di settimane e la seconda «di destinazione a medio-lungo» potrebbe protrarsi fino alla fine dell’anno.
Nella prima fase ai profughi saranno assicurati vitto, alloggio e assistenza sanitaria e i costi saranno a carico della gestione commissariale nazionale, mentre le «attività» saranno fornite dalle Asl del territorio. Nella seconda fase, invece, saranno garantiti anche servizi volti all’inserimento sociale degli stranieri quali la mediazione culturale e corsi di italiano. I luoghi in cui ospitare i settecento rifugiati destinati alla Lombardia che sbarcheranno a Genova saranno individuati dal commissario nazionale.
«Vista la situazione in Libia non è difficile prevedere che ne arrivino altri» ha aggiunto Formigoni secondo cui non dovrebbero essere allestite tendopoli. «I prefetti – ha proseguito – stanno cercando di collocare queste persone in piccoli gruppi, rispondendo alle disponibilità che sono state sollecitate soprattutto a Ong, centri di accoglienza esistenti, strutture di ricovero e centri famiglia».
Secondo il governatore il Governo dovrebbe tener conto degli stranieri già presenti nelle singole regioni: «Essendo la Lombardia quella che accoglie in assoluto il maggior numero di stranieri – fa notare – questo significherebbe che ne dovremmo ospitare di meno».
Per ora la Brianza ospita venti profughi: dieci a Lissone e dieci a Seregno.
m.b.