Vimercate – Il nome suona molto simile. Sono le due Torri. Questo spicchio di Brianza orientale potrebbe allora affacciarsi come una novella Terra di mezzo. E i grattacieli bianchi che da oltre dieci anni il gruppo Giambelli ha piazzato a guardia della periferia cittadina, a occhieggiare dall’alto sugli umani ritmi frenetici e produttivi di questo fitto alveare direzionale e commerciale, potrebbero emergere come la versione moderna delle due Torri che nella fantastica epopea di JRR Tolkien presiedono e incarnano l’eterna sfida, anch’essa troppo umana, tra il bene e il male.
Se ancora oggi forse continua la disputa sulla definitiva identità delle due torri alle quali è dedicata la parte centrale del romanzo d’eccezione “Il Signore degli anelli”, con forse maggiore accredito per il binomio di Isengard e dell’oscura Barad-dûr, si staglia invece perfettamente nitido il profilo dei grattacieli dell’omonimo quartiere che nel corso di dieci anni si è strutturato attorno alle due “matite” di venti piani. Con la loro chiara vocazione commerciale e direzionale, le torri bianche del gruppo Giambelli ospitano fin dal loro debutto decine e decine di società e aziende, studi di consulenza e professionali. Costruiti a ridosso di uno snodo viario più che strategico, quello della tangenziale est, questi edifici sono stati quasi subiti affiancati da un complesso residenziale, anch’esso proiettato in verticale, e poi da una serie di immobili minori.
A fare da contorno, ravvicinato, il complesso di Alcatel Lucent, e poco distante l’energy park in corso di completamento. Indubbiamente coraggioso quando fu presentato, una quindicina di anni fa, questo progetto edilizio ha modificato e caratterizzato per sempre l’ingresso da sud nella città. Per chi raggiunge Vimercate da questa parte dell’orizzonte, le due torri sono riferimento obbligato per lo sguardo e citazione riconoscibile ormai ben al di fuori dei confini della città. Cinque anni fa si affacciò l’ipotesi che l’intreccio di questo skyline potesse attraversare il tracciato della tangenziale e prolungarsi nel comparto ora verde che appartiene allo stesso gruppo Giambelli, con l’edificazione di un elemento verticale imponente all’interno di un nuovo complesso architettonico.
L’area è quella a sud della città, di 200mila metri quadrati compresi tra via Santa Maria Molgora e appunto la tangenziale est. Ci furono contatti tra la proprietàe palazzo Trotti in vista della redazione di uno studio preliminare d’intervento che sarebbe stata la stessa proprietà a realizzare e sulla scorta del quale si sarebbe potuto iniziare a ragionare di quantità di volumi e di destinazioni d’uso da insediare. L’impianto architettonico-urbanistico, aveva spiegato allora la proprietà senza aggiungere altri dettagli, potrebbe essere presumibilmente analogo a quello realizzato con le torri bianche. L’idea era proporre un programma integrato di intervento per realizzare una soluzione di alto profilo, concordata con l’amministrazione per quanto riguarda la definizione delle funzioni pubbliche da introdurre. Nel Pgt la destinazione di questa area è mista, produttivo, terziario e residenziale, ma in Comune ancora non è arrivato alcun atto formale di attivazione.
Anna Prada