La casa? Si potrà staccareDa Meda progetto per Expo

Un progetto rivoluzionario, ideato da due giovani architetti di Meda. Stefano Bergagna e Luca Proserpio hanno ideato, in vista di Expo Milano, la casa che si può attaccare a quelle esistenti. Così non si consumerà più suolo.
La casa? Si potrà staccareDa Meda progetto per Expo

Meda – Si chiamano Stefano Bergagna e Luca Proserpio e sono due giovani architetti di Meda che non si accontentano di studiare sulle carte e realizzare quanto hanno insegnato loro. Insieme ad altri giovani professionisti, hanno redatto un progetto che ha vinto 10mila euro al concorso dedicato al costruire Green Life indetto dalla rivista milanese «Interni».

Il progetto porta il titolo di Climbing House ed è stato pensato da Luca Proserpio, Stefano Bergagna (medesi), Chiara Alamia, Anna Lombardo, coordinati dai docenti Lola Ottolini e Sara Protasoni. «Siamo partiti dall’idea di affrontare le problematiche che oggigiorno interessano le grandi città italiane – spiega Stefano – e non è stato difficile giungere alla conclusione che il suolo occupabile, per esempio a Milano, per realizzare qualcosa di nuovo, sia ormai pochissimo. Questo incontra altri tipi di problemi di spazio ed esigenze della popolazione ed è su tale aspetto che ci siamo soffermati maggiormente. Abbiamo verificato che nella città meneghina ci sono dei condomini con facciate cieche, pensate all’epoca della loro costruzione proprio per dare la possibilità in futuro di costruire ulteriori vani abitativi. E noi abbiamo pensato di sfruttare proprio queste pareti per agganciare dei moduli provvisori».

Cosa significa provvisori? Che sono rialzati da terra e l’unica parte ancorata al suolo è quella dei vani scala ed ascensore (parte metallica), mentre il resto è staccato e, soprattutto, è staccabile. Oggi questi appartamenti ci sono. Domani, potrebbero non esserci più. A seconda delle esigenze. «Questa tipologia di case – dice ancora Bergagna – è pensata appunto per andare incontro alle necessità più contingenti della popolazione. Mi vengono in mente gli appartamenti per studenti, per esempio, che spesso vengono richiesti in grande numero ad ondate temporali. Questa potrebbe essere una soluzione».

I moduli sono prefabbricati e rispecchiano tutta una serie di normative di tipo energetico che portano al riutilizzo dell’acqua piovana che viene purificata e riutilizzata nei rubinetti, così come l’energia elettrica viene ricavata dal posizionamento di quadretti di silicio sulle grandi vetrate. Infine, un aspetto importante del progetto è il verde: l’idea è quella di realizzare grandi terrazze che fanno ombra e che portano natura nell’ambiente. Per i giovani architetti brianzoli, però, non è ancora finita. Infatti, presto parteciperanno ad un tavolo di Expo Giovani in previsione dell’anno milanese. Un’ottima occasione per proporre queste soluzioni alle amministrazioni. Il mondo è dei giovani.
E.San