Monza – Sono quasi quattro milioni i votanti della circoscrizione Lombardia 1 – della quale fanno parte la provincia di Monza e Milano – chiamati ad eleggere i propri deputati alla Camera. Sono 40 i seggi disponibili che saranno contesi da 24 liste. Ecco tutto quello che bisogna sapere.
1- Quanti sono i deputati?
Il numero dei deputati è di seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
2 – Come funziona la suddivisione?
Ai fini dell’elezione della Camera dei deputati, il territorio nazionale è suddiviso in 26 circoscrizioni, oltre alla Valle d’Aosta,. Salvo i dodici assegnati alla circoscrizione Estero, il numero di seggi spettante a ciascuna circoscrizione si ottiene dividendo la popolazione residente secondo i dati dell’ultimo censimento ufficiale per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
3- Quanti deputati si eleggono a Monza e provincia?
La popolazione ufficiale chiamata al voto è di 3 .878.549 unità per dividersi 40 seggi.
4 -Chi può votare?
Votano per l’elezione della Camera dei deputati gli elettori che abbiano compiuto, rispettivamente, il diciottesimo anno di età entro il primo giorno della votazione.
5 – Quando si vota?
Gli elettori possono votare dalle ore 8 alle ore 22 della domenica fissata per l’inizio della votazione e dalle ore 7 alle ore 15 del giorno successivo.
6 – Come si vota?
Per l’elezione della Camere dei deputati l’elettore esprime il voto tracciando un solo segno (una X o un semplice tratto) sul solo contrassegno della lista prescelta. Non è possibile manifestare “voto di preferenza”; la lista di candidati è, infatti, “bloccata”, cioè i nominativi sono presentati in un ordine prestabilito al momento del deposito della lista stessa. E’ importante sottolineare che, anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto sul solo contrassegno della lista che si vuole votare e non sull’intera coalizione. Eventuali “sconfinamenti” su contrassegni limitrofi non sono un problema. La legge prevede infatti che, se il segno dovesse invadere altri simboli, il voto “si intende riferito al contrassegno su cui insiste la parte prevalente del segno stesso”. Il voto, dunque, è valido. In questo modo la volontà dell’elettore non è messa a rischio da eventuali errori materiali