In fuga dalla Libia fino a SevesoTrenta profughi a Casa Betania

Sono arrivati ieri mattina, intorno a mezzogiorno. Trenta profughi libici sono passati per Casa Betania a Seveso. Sono stati controllati, rifocillati dopo il viaggio da Genova, e poi mandati nella struttura del sodalizio fondato da Fratel Ettore ad Affori, a Milano.
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Seveso – Hanno fatto tappa anche a Seveso i profugi provenienti dalla Libia. Una trentina di stranieri, venerdì mattina, si sono fermati all’interno dei cancelli di Casa Betania di via Isonzo, la Comunità fondata da Fratel Ettore. È stata la responsabile dell’organizzazione religiosa, suor Teresa Martino, che ha accettato di dare ospitalità ai profughi che, dopo essersi fermati un’oretta, sono stati tutti condotti ad Affori, a Milano, al dormitorio «Villaggio della misericordia» gestito dalla stessa Comunità di Fratel Ettore. I profughi erano attesi a Seveso alle 11,30, ma sono arrivati intorno a mezzogiorno in pullman. Gli stranieri sono giunti al porto di Genova con una nave partita dalla Sicilia.

Da Genova sono stati poi trasferiti in un centro della Croce rossa di Varese dove è stato effettuato un primo smistamento, dopodiché il pullman è giunto a Casa Betania. Ad attendere gli stranieri, oltre ai volontari e a suor Teresa Martino, anche due mezzi della Croce rossa di Milano. Gli extracomunitari sono stati fatti scendere ad uno ad uno, messi in fila e poi identificati dalla protezione civile. Sul posto c’erano anche i carabinieri delle caserme di Seregno e Meda. Se anche sono giunti dalla Libia, le loro nazionalità erano diverse: nessuno, o quasi, infatti, parlava arabo. Qualcuno era in grado di esprimersi in francese o in inglese.

Altri hanno confermato di provenire dal Bangladesh. Subito dopo avere confermato le proprie generalità, i profughi, smarriti, ma ordinati e forse ormai abituati a essere messi in fila, sono stati fatti accomodare all’ombra dove hanno potuto rifocillarsi. Ad ognuno è stata consegnata una busta della spesa contenente succhi di frutta, brioche, panini e scatolette di tonno. La Comunità di Fratel Ettore, che non è convenzionata con nessun ente pubblico, non percepirà neppure un euro di contributi. Per far fronte a questa emergenza il centro di Corso Isonzo ha anche, a titolo preventivo, organizzato l’accoglienza nelle altre strutture di solidarietà direttamente collegate con Casa Betania.

Ad accompagnare a Milano gli straneri è stata poi suor Teresa Martino alla guida del furgone in dotazione alla Comunità, a seguirla con gli altri profughi i mezzi della Croce Rossa e un’altra vettura di servizio condotta da un volontario della congregazione. I profughi saranno ospitati al dormitorio milanese per una quindicina di giorni al massimo. A Seveso, a Casa Betania, non potranno trovare rifugio, in quanto si tratta di una comunità protetta dove sono ospitate anche persone anziane e malate.
Ivan Bavuso