Imal, vincono i lavoratoriGiudice annulla i licenziamenti

I titolari hanno assunto un comportamento antisindacale, pertanto i licenziamenti sono da considerarsi nulli. Questa la sentenza del tribunale di Monza che rimette in gioco i 23 dipendenti della Imal rimasti senza lavoro dall'oggi al domani. Si tenterà di garantire ai disoccupati la mobilità.
Imal, vincono i lavoratoriGiudice annulla i licenziamenti

Carate – La sentenza tanto attesa è arrivata. Il giudice Anna Maria Pizzi della sezione lavoro del Tribunale di Monza si è espressa sul ricorso presentato dai ventitrè lavoratori della Imal di via Del Dosso licenziati lo scorso 21 ottobre. Il tribunale ha dichiarato antisindacale il comportamento dei titolari dell’azienda meccanica, e nulli i licenziamenti. Questo significa che i lavoratori sono di nuovo, a tutti gli effetti, alle dipendenze dell’ azienda che il 25 ottobre scorso ha cessato la sua attività e che ora è in liquidazione con debiti per circa 6 milioni di euro.

«E’ evidente – recita la sentenza del tribunale – che l’unico strumento che consenta di bilanciare l’esigenza dell’impresa di uscire dal mercato, con quella di riconoscere ai dipendenti gli strumenti e le tutele previste dalla normativa, è quello di una trattativa attraverso l’azione sindacale e quindi mediante la concertazione». E’ quello che sostenevano con forza i sindacalisti Cisl e Cgil, che ora stanno valutando se presentare istanza di fallimento al tribunale.

Sono una quindicina i dipendenti rimasti ancora senza lavoro. In otto sono passati alla nuova società che ha preso il via a Giussano nei giorni scorsi e che, di fatto, cercherà di continuare la storia della azienda di via Del Dosso. La sentenza del tribunale è stata resa pubblica martedì. 

Per la Cgil  parla Barbara Volpe: «La sentenza ha ristabilito un minimo di giustizia. Il giudice ha riconosciuto il diritto dei lavoratori ad avere per lo meno la mobilità, che garantisca loro un’entrata di reddito per i prossimi anni. L’azienda ha dichiarato in tribunale di avere più di sei milioni di debiti; il nostro timore è che non possa far fronte a quanto di sua competenza in merito alla apertura della proceduta di mobilità. Per questo, una delle opzioni che valuteremo con i nostri avvocati nei prossimi giorni, è quella di presentare un’istanza di fallimento nei confronti dell’azienda, per tutelare i lavoratori». 
a. br.