Giussano, Romani: ”Quella matta”della Prestigiacomo. Platea basita

«Se quella matta della Prestigiacomo non mi fa inca…re ancora oggi...». Si è rivolto così, a distanza, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, alla collega dell'Ambiente nel corso di un intervento, a Giussano, per l'anniversario della Tisettanta.
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Giussano – Parla Romani ed è bufera. «Se quella matta della Prestigiacomo non mi fa inca…re ancora oggi…». Si rivolge così, a distanza, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, alla collega titolare dell’Ambiente nel corso di un intervento, a Giussano sabato mattina, per l’anniversario dell’azienda di mobili di design Tisettanta. Tema del convegno: le “Prospettive di sviluppo per le aziende brianzole”. Tema del contrasto: il sistema degli incentivi. Linguaggio “colorito” il suo, come ammetterà lo staff di Romani poi, ma con la collega ministra dell’Ambiente restano «rapporti ottimi», non c’è «alcun contrasto personale». Le agenzie di stampa, in merito al decreto sul quarto conto energia, parlavano eufemisticamente di “contrasti” tra il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e quello dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Stando a quanto è uscito dalla bocca di Romani pare piuttosto che tra i due membri del governo sia in atto una battaglia feroce. Romani sottolinea che gli incentivi «vanno dati, a mio modesto avviso, nel momento in cui ci si aggancia alla rete, nel momento in cui Enel dà certificazione che c’è stato l’allacciamento e quindi che hai fatto veramente i campi fotovoltaici, hai investito sulle macchine. A quel punto ti do l’incentivo». Secondo Romani, invece, «c’è qualcuno, qualche estremista, e purtroppo all’Ambiente ce ne sono annidati un bel pò, che vorrebbe che l’incentivo venisse dato nel momento in cui autocertifico la fine del lavoro. Ma io non posso dare l’incentivo quando qualcuno mi dice ho finito il lavoro. Noi non abbiamo strumenti, il Gse non ha strumenti per verificare l’effettiva fine dei lavori». Prosegue Romani: «Dell’autocertificazione consentitemi di dubitare, non in Lombardia per l’amor di Dio. Non vorrei che si instaurasse questo grande, straordinario meccanismo in cui uno dice: “Tra due mesi ho l’impianto, tu intanto dammi i soldi”. Poi magari i lavori non vengono fatti. Trovo che sia un meccanismo inaccettabile. Non può funzionare questo sistema».  A un tentativo di tranquillizzarlo da parte degli altri relatori, il ministro spiega di usare questi termini perché «sono un pò arrabbiato, veramente, non ci ho dormito la notte».

Al termine del convegno, quando ormai le agenzie battono la notizia, dallo staff del ministro si fa sapere poi che quelle utilizzate da Romani sono «espressioni colorite», visto che i rapporti fra i due colleghi «sono ottimi». Non si tratta quindi «assolutamente di un attacco personale». Poi, in serata, intervenie lo stesso ministro. «Si tratta – così dice – di dichiarazioni estrapolate da un contesto conviviale, derivate dall’intenso e aperto confronto sul decreto per il fotovoltaico con il ministro Prestigiacomo. Sono rammaricato per quanto accaduto e, soprattutto, per la conseguente strumentalizzazione mediatica da parte di alcuni. Non viene messa in discussione in alcun modo la stima, personale e professionale, che ho nei confronti del ministro Prestigiacomo». Insomma, un convegno con amministratori e presidenti di associazioni di categoria, più di un centinaio di imprenditori e industriali, microfoni accesi e cronisti presenti di diverse testate, per il Ministro è un contesto “conviviale”. E per fortuna che ad ascoltare non erano solo giornalisti.
Federica Vernò