Monza – È il 12 febbraio la data scelta dai ginecologi e dalle ostetriche per il primo sciopero nazionale delle sale parto che bloccherà l’attività di tutti i punti nascita italiani. Quindi, niente parti cesarei programmati e niente induzione di parti programmati, per un totale di circa 1.100 interventi stimati che dovranno essere rinviati o anticipati. Fatte salve naturalmente le urgenze. Il black out riguarderà anche l’attività dei consultori familiari e di tutti gli ambulatori ostetrici del territorio dove non verranno effettuati esami clinici, visite specialistiche ed ecografie.
Lo sciopero è stato indetto dall’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani e diverse altre sigle che raccolgono i professionisti del settore. Alla base della protesta due motivazioni principali: i tagli della spending review e delle altre manovre finanziarie degli ultimi anni che stanno mettendo in ginocchio l’assistenza sanitaria, la crescita ormai incontrollata del contenzioso medico legale che sta ponendo in seria crisi il rapporto medico-paziente, con ricadute gravi per la dignità e la serenità professionale dei sanitari e costi crescenti per il Ssn a seguito del fenomeno della medicina-difensiva.
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha convocato al ministero per venerdì 18 gennaio i rappresentanti di tutte le sigle dei ginecologi e ostetriche.