GdF scopre il tesoretto di RausseSoldi all’estero, la Brianza trema

Si sono concluse le indagini fiscali della Guardia di Finanza di Seregno nei confronti dell'avvocato milanese Gian Pietro Rausse. Il legale era riuscito per anni a mettere al sicuro il tesoretto di alcuni suoi fedeli clienti, tra cui parte del patrimonio della Bburago e di alcune importanti aziende del territorio.
Evasione fiscale da 150 milioniCoinvolto un avvocato di Monza

Burago Molgora/Seregno – Anche dei grossi clienti brianzoli avevano affidato il proprio «gruzzoletto» di soldi all’avvocato milanese Gian Pietro Rausse, conosciuto soprattutto negli ambienti del tribunale fallimentare, già arrestato per concorso in bancarotta fraudolenta a danno della Bburago. Si sono concluse le indagini fiscali eseguite dalla Guardia di Finanza di Seregno nei confronti dell’avvocato milanese, delegata dai pm monzesi Walter Mapelli e Manuela Massenz. Il legale era riuscito per anni a mettere al sicuro il tesoretto di alcuni suoi fedeli clienti, tra cui parte del patrimonio della Bburago. Tra coloro che si erano affidati a lui, però, ci sono anche titolari di alcune importanti aziende del territorio di Monza e Brianza.

Le indagini hanno consentito, oltre al sequestro di società e immobili in Lombardia e Sardegna per un valore di alcune decine di milioni di euro, di constatare numerose violazioni alla normativa sul monitoraggio fiscale con conseguente recupero a tassazione, in capo al citato legale e a alcuni suoi clienti, dei redditi non dichiarati e di fondi illecitamente trasferiti all’estero. In particolare gli uomini della Tenenza di via Mameli hanno constatato violazioni relative all’obbligo di dichiarazione di fondi detenuti all’estero per 74 milioni di euro dal 2004 al 2009 e redditi sottratti a tassazione per circa 5 milioni di euro.

La vicenda ha origine nel maggio dell’anno 2009 quando l’84enne Mario Besana, ex patron della Bburago, storica azienda brianzola produttrice di auto modelli fallita nel 2005, poco prima della sua scomparsa ammise di aver sottratto, con la complicità dell’avvocato Rausse, alla procedura fallimentare della sua azienda circa 6 milioni di euro e di averli affidati allo stesso professionista. L’inchiesta sull’avvocato e sulle movimentazioni del denaro, che avvenivano attraverso i suoi conti correnti e quelli delle società italiane ed estere a lui riconducibili, ha permesso di far emergere un imponente complesso di società e conti correnti italiani ed esteri impiegati dallo stesso per il trasferimento di rilevanti somme di denaro.

La struttura era così consolidata e collaudata che per diversi anni è stata utilizzata dal Rausse come una vera e propria banca. L’illecito stratagemma aveva portato a ulteriori denunce a carico del legale meneghino per abusivismo finanziario, appropriazione indebita e riciclaggio. Per questi capi d’imputazione e per quelli relativi al fallimento Bburago, Rausse è già stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione, oltre alla multa e al risarcimento dei danni.
Federica Vernò