Copreno di Lentate sul Seveso – Non se ne parla da mesi, nemmeno negli ambienti politici, eppure il problema c’è ancora, eccome, e anzi in settimana un cittadino esasperato ci ha chiamati: «Basta, non ne posso proprio più». Tutta colpa delle squillo, prostitute o passeggiatrici, che dir si voglia, le belle di notte non hanno mai abbandonato il territorio di Lentate. L’amministrazione comunale è cambiata, loro no, continuano a rimanere imperterrite agli incroci della Nazionale dei Giovi come in via Macchiavelli, piccola strada a fondo cieco in località Copreno, una ventina di famiglie residenti, un abitante stanco di alzarsi in piena notte.
Lui fa l’artigiano, ha 49 anni: «Per favore non scriva il mio nome, non vorrei avere delle conseguenze». D’altronde ne sa qualcosa. In passato aveva invitato le ragazze e i clienti troppo focosi ad allontanarsi dal “consumare” sotto le sue finestre: «Un cliente era giù dall’auto, si era avvicinato al mio cancello minacciandomi, era bastato ventilare una chiamata ai carabinieri, per farlo allontanare». Il picco massimo del disagio il coprenese l’ha vissuto quindici giorni fa: «Quella notte era un via vai continuo. Sono padroni della strada – poi ironizza – Cos’è l’Imu la dobbiamo pagare a loro? Insomma in pochi minuti ci saranno alternate cinque auto, portiere sbattute in piena notte, ruote sgommanti nello sterrato, alla fine ho chiamato i carabinieri e si sono dileguati. Ma non è vita. Ogni tre per due ci entrano in casa i ladri a me o ai miei vicini, così quando si sente un rumore diverso dal solito, il sonno ormai se n’è andato, nonostante abbia installato dei faretti che illuminano anche i campi vicini».
L’artigiano ha persino avuto un confronto con le ragazze: «Ho chiesto se potevano almeno spostarsi dal mio cancello, evitare i rumori molesti e abbandonare rifiuti. Adesso fanno un sacchettino che legano sulla segnaletica all’inizio della strada, ma per il resto la macchina la parcheggiano contromano all’incrocio con la Nazionale dei Giovi e i loro clienti non sempre sono educati». Una volta un giovane ha continuato a percorrere la strada sgommando in motorino e alla fine non contento: «Ha urinato davanti al mio cancello». In un’altra occasione un cliente ha parcheggiato esattamente sotto la finestra del quarantanovenne, lui ha scattato una foto. «Me lo sono ritrovato il giorno dopo, voleva pagarmi una pizza, offrirmi 80 euro per cancellare quello scatto. Io naturalmente non ho voluto nulla e l’ho buttato, ma gli ho spiegato che quella era una vita privata e le sue cose le doveva fare da un’altra parte».
Sono quindici anni che il coprenese deve subire la presenza delle squillo. «Un problema cresciuto negli ultimi periodi e purtroppo in contropartita non vediamo un maggiore controllo. In passato gli agenti della polizia locale passavano almeno due volte la settimana, lampeggianti blu accesi, facevano un’importante e funzionale azione deterrente. Ora ci sentiamo soli, terra di nessuno. Per carità se si chiamano i carabinieri, arrivano subito e così avevano fatto anche nel 2007, quando mi ero trovato i ladri in casa. Li avevano arrestati. Quello che manca, è un’azione preventiva costante».
Cristina Marzorati