Desio – Il sindaco Roberto Corti sospende l’ordinanza che limita l’uso delle slot machine in città. Il provvedimento era stato preso lo scorso febbraio, dopo l’approvazione di un regolamento sulla materia in consiglio comunale, e prevedeva, tra l’altro il divieto di usare le macchinette da gioco prima delle 13 e dopo le 22.30. E’ proprio questo il punto dell’ordinanza che è stato sospeso, fino al 30 maggio. Il motivo? Il ricorso al Tar di alcuni commercianti desiani.
In attesa del pronunciamento del tribunale Aamministrativo, il primo cittadino ha quindi ritenuto opportuno sospendere il divieto. “Pur ribadendo la ritenuta competenza, legittimità ed idoneità nel merito del provvedimento adottato” si legge nella recente ordinanza di sospensione “è considerato necessario un più ampio approfondimento dei plurimi aspetti concreti coinvolti, anche al fine di un equo contemperamento degli interessi in gioco”.
Il sindaco ricorda che la sua ordinanza deriva da una precisa indicazione del consiglio comunale: “Tutta l’aula si era pronunciata a favore di un regolamento per limitare l’uso delle slot machine ed evitare la dipendenza”. La questione tornerà ad essere affrontata in consiglio comunale, dove sarà presto presentato un ordine del giorno. Nell’ordinanza di sospensione vengono ricordati i rischi del gioco d’azzardo: “I disturbi derivanti dal gioco rischiano di compromettere sempre più la vita della comunità oltre che dei singoli e delle loro famiglie”.
E ancora: “L’attenzione al fenomeno è presente sia a livello di organizzazione mondiale della sanità che ha riconosciuto già dal 1980 la ludopatia come patologia da curare, sia a livello nazionale, dato che il ministro della Salute ha manifestato l’intenzione di inserire la ludopatia tra i livelli essenziali di assistenza a carico del Servizio Sanitario Nazionale”. La regolamentazione degli orari ha però suscitato il malumore di commercianti, che attraverso l’associazione di categoria hanno scritto una lettera al sindaco.
“E’ vero – sostengono i commercianti – che da una parte occorre arginare un fenomeno che rischia di diventare una dipendenza. Dall’altra, parte, però bisogna tenere conto anche dei negozianti, che subiscono delle perdite”. E citando una serie di casi giudiziari, hanno definito “illegittima” l’ordinanza del sindaco. Sul caso pesa anche il recente pronunciamento del Tar del Piemonte che ha condannato il sindaco di Verbania ad un maxi risarcimento, a causa di un’ordinanza simile a quella adottata da Corti.