Desio – «Siamo stati noi a chiamare i carabinieri perché c’era qualcosa che non andava». Il sindaco Roberto Corti e il suo vice Lucrezia Ricchiuti vedono le auto dei carabinieri allontanarsi. A bordo, insieme al capitano Cataldo Pantaleo e al tenente Luigi Di Puorto, c’è un funzionario del Comune. Tre gli indagati, un dipendente pubblico e due imprenditori. L’ipotesi di reato è turbativa d’asta. Sul caso indagano i pm Giulia Rizzo e Donata Costa della Procura di Monza. Al momento non si parla di arresti. I militari sono stati chiamati all’ufficio tecnico, quello un tempo diretto da Rosario Perri, dove hanno effettuato perquisizioni.
Al vaglio gli appalti degli ultimi 4/6 mesi e in particolare i sospetti sarebbero ricaduto su uno, relativo alla manutenzione dei semafori della città. A segnalare al sindaco e al suo vice presunte anomalie un dipendente comunale e Roberto Corti, documentazione alla mano, ha deciso di vederci chiaro. Il primo cittadino di centrosinistra è succeduto a Giampiero Mariani dopo la caduta della giunta Pdl-Lega travolta indirettamente dall’inchiesta contro la ‘ndrangheta Infinito che portò a smantellare la locale di Desio. Allora i carabinieri fecero un blitz. Questa volta sono intervenuti «a chiamata», i militari hanno acquisito dei documenti da «girare» alla Procura di Monza.
A dare spunto alle indagini, in particolare il vicesindaco Ricchiuti, la stessa che aveva scoperchiato il malaffare in odore di ‘ndrangheta e poi una serie di abusi edilizi. Corti e la sua giunta vogliono estirpare la illegalità dentro e fuori il Palazzo: «Siamo stati eletti per questo» dice Ricchiuti, ora in corsa per il Senato.