Desio, cava dei veleni: la bonifica è ancora tutta da fare

Desio, la cava di via Molinara dopo oltre dieci anni attende ancora una bonifica, costosa e complessa
Cava di via Molinara dall’alto

Bonifica della cava di via Molinara: un percorso in salita. A più di dieci dalla scoperta dell’immensa voragine nel cui ventre la ndrangheta seppellì 189mila tonnellate di idrocarburi, cadmio e cromo esavalente, risanare una tra le più dolorose ferite aperte del territorio desiano resta un bel rebus. A parlarne è stato il vicesindaco e assessore alla sicurezza, Andrea Villa. L’ostacolo più grande resta quello dei costi: ripulire una porzione così enorme di terreno avvelenato avrà un costo stimato di almeno quattro milioni di euro. Una somma che nessun Comune può permettersi.

Desio, cava dei veleni: Comune in cerca di finanziamenti

Dopo aver ricevuto questa pesante eredità dal suo predecessore, Roberto Corti, il sindaco, Simone Gargiulo, è alla ricerca di un aiuto: «Le casse comunali – spiega Villa – non possono permettersi da sole di far fronte a un simile investimento. Siamo alla ricerca di un contributo regionale o statale». Il Comune sta proseguendo il percorso di studio per accertare la contaminazione del sito – di proprietà privata – e in particolare un accertamento sull’ eventuale avvelenamento delle acque sotterranee». Il piano, avviato nel 2018, è proseguito nel 2021 con il posizionamento di sei piezometri. Un percorso a ostacoli – realizzato in collaborazione con Arpa Lombardia – complicato dall’immensa quantità di rifiuti e dalla presenza di un gasdotto. Per accertare che le acque non fossero inquinate, è stato necessario inoltre pescare le acque sotterranee fino a 58 metri di profondità e non solo fino a 47 metri: colpa della falda che si è abbassata di circa dieci metri. Anche in questo caso i costi sono molto alti: le sole operazioni preliminari di monitoraggio hanno avuto un costo di quasi 160mila euro.

Desio, cava dei veleni: si cercano cinque milioni di euro

Per erogare i fondi dedicati alla bonifica dei siti inquinati, regione Lombardia ha chiesto un censimento: è così emerso che a Desio ci sono altre due aree ad alto tasso di inquinamento: la discarica di via Baraggiole e il terreno abbandonato di via Leoncavallo. Ad aumentare il percorso a ostacoli si è aggiunta anche la burocrazia. «Nel 2016 – prosegue Villa – i proprietari della cava di via Molinara furono condannati a pagare le spese. Ma da una verifica sembra che la sentenza non sia stata registrata nella conservatoria del tribunale di Monza». Solo a fronte della presentazione di questi documenti il Comune potrebbe aver diritto a un risarcimento di cinque milioni di euro: quattro per il danno ambientale e uno per il danno di immagine».

Desio, cava dei veleni: percorso ancora molto lungo

Di fronte a costi che si annunciano molto alti e a tempi ancora estremamente lunghi, il Comune nel frattempo sta iniziando a mettere in sicurezza l’area. Ma anche per fare questo, è necessario che l’area sia dichiarata area abusiva e non semplicemente area dismessa. Insomma, un calvario burocratico, amministrativo e giudiziario che terrà compagnia ai desiani ancora per molti anni.