Concorezzo – Quattro o cinque palazzine “degradanti” non più alte di tre piani (oltre al sottotetto), terrazzi sfruttabili, arretramento dal filo stradale, un parco, opere di viabilità a carico dell’azienda e una porzione che potrebbe variare dal 10 al 20 per cento del totale riservata all’edilizia “agevolata”. Potrebbe ripartire da qui l’ex area Frette. Le condizioni messe sul tavolo dall’amministrazione per l’approvazione di un progetto residenziale nella vasta zona dismessa di via per Monza sarebbero state già vagliate dai tecnici di Walde Ambiente, la società proprietaria degli ex capannoni dello storico marchio tessile che, da ormai sette mesi, ha abbandonato Concorezzo per trasferirsi a Monza. Nei prossimi giorni l’immobiliare dovrebbe presentare al sindaco Riccardo Borgonovo e all’assessore all’Urbanistica Walter Magni un nuovo piano volumetrico.
Un piano che – per avere il benestare del Comune – dovrà essere di molto ridimensionato rispetto a quello precedente che prevedeva 85 mila metri cubi di cemento. Due erano stati i progetti bocciati in passato dalla precedente amministrazione di centrosinistra, guidata dall’ex sindaco Antonio Lissoni che si era sempre detto contrario ad una speculazione edilizia sul territorio. La giunta Borgonovo avrebbe già dato qualche segnale di apertura all’ipotesi di una destinazione residenziale dell’area, mettendo però carichi precisi sulla bilancia del dare e avere. Oltre ad uno spazio verde fruibile da tutti i concorezzesi, superfici esterne terrazzate, finiture di pregio e altri accorgimenti finalizzati a ridurre al minimo l’impatto ambientale sulla città, dal Comune sarebbe arrivata l’indicazione di una porzione di appartamenti ad edilizia agevolata.
Le abitazioni dovranno avere le stesse caratteristiche degli altri (a differenza dell’edilizia convenzionata che prevede materiali meno costosi e immobili “ad hoc”) solo che avranno un prezzo inferiore. Caratteristica che consentirà al Comune di aiutare eventuali famiglie in difficoltà. Gli appartamenti “low cost”, inoltre, dovranno essere a “macchia di leopardo”: non solo al piano terra (dove notoriamente gli appartamenti hanno un minor valore al metro quadro), ma distribuiti in ogni piano delle palazzine, compreso l’ultimo. L’eventuale firma di un accordo tra Comune e Walde Ambiente sarebbe subordinata poi all’ultima condizone: la cessione al municipio dell’ala storica della Frette, dove l’amministrazione sta pensando di far sorgere un museo del tessile, la sede del Distretto tecnologico oppure una scuola professionale.
Erika Camasso