Cesano, i cantieri in via Volta:i «reclusi» della nuova stazione

Non entra neppure la luce dalle finestre: il muro realizzato per il nuovo scalo ferroviario lo impedisce. I treni passeranno a pochi metri dalle case e i posti per le auto sono azzerati. I residenti del civico 65 di via Volta lanciano l'allarme: siamo reclusi.
Cesano, i cantieri in via Volta:i «reclusi» della nuova stazione

Cesano – Dove una volta c’era una siepe, ora c’è un muro, dove c’era un autolavaggio, ci sono panchine e grossi motori per alimentare l’impianto dell’aria condizionata. É il panorama che si apre sotto le finestre delle famiglie residenti nel condominio al numero 65 di via Volta, che da anni combattono contro la scelta piovuta dall’alto di trasferire la stazione ferroviaria da corso Libertà a due passi dai loro balconi, il tutto per far diventare Cesano Maderno punto d’interscambio tra le linee Milano-Asso e Seregno-Saronno.

La scorsa settimana uno di loro ci ha contattati, lanciando una provocazione: «Scrivete di commercianti, viabilità, pendolari, ma dei residenti non v’importa?». Al contrario, c’interessa eccome. E così nella mattinata di martedì per qualche ora abbiamo vissuto come i ”forzati” di via Volta. Da subito balza all’occhio l’azzeramento dei posti auto, almeno negli orari in cui la stazione sarà aperta. «Non solo, abbiamo dovuto subire un esproprio – ci racconta M.C. – ma ci ritroviamo anche senza un buco per lasciare la macchina. Il nostro condominio ha un box per famiglia, ma si sa le auto per ogni nucleo sono di più. Cosa chiediamo? Abbiamo subìto tanto, che almeno il Comune metta a disposizione posti auto riservati».

Entrando dal cancello al numero 65 è il buio. Il muro perimetrale che delimita la banchina è talmente alto e la pensilina è così spessa che non filtra nemmeno un po’ di luce e gli appartamenti al primo piano sono eternamente oscurati e senz’aria. «Ci hanno messi in galera – tuona dal balcone T.D. – non c’è più verde, non c’è più aria». Passeggiando nel cortile, l’attenzione viene attratta da un balcone al primo piano: è letteralmente attaccato al muro perimetrale della stazione e per entrare in casa basta un piccolo salto di una decina di centimetri.

La sicurezza che fine ha fatto? Un aspetto che preoccupa i condomini, se non altro per il terrore di ritrovarsi sotto le finestre gente che dorme sulle panchine o fa confusione sino a notte fonda. «Nei giorni scorsi sono uscita con mia figlia – prosegue M.C. – e ci siamo trovate circondante da un gruppo di stranieri, per fortuna in quel momento è passata un’auto dei carabinieri, abbiamo iniziato a urlare e loro si sono allontanati, figuriamoci cosa succederà quando partirà la stazione».

Senza tralasciare il piccolo particolare del rumore prodotto dagli enormi motori dei condizionatori, posizionati sul tetto della fermata, che alimenteranno l’impianto dell’aria condizionata e contribuiranno a rendere insonni le notti agli abitanti. «Una volta eravamo in centro – conclude una residente – ora diventeremo periferia».

Cristina Marzorati