Monza – “Mi ha sempre colpito la capacità del cardinal Martini di rileggere le vicende dell’Europa, le preoccupazioni dei popoli e delle singole persone con la Parola di Dio. Era il suo carisma più importante: con la Scrittura portava luce. L’Europa ha ora un nuovo intercessore che la custodisce dall’alto”. È il ricordo che mons. Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, serba del cardinal Carlo Maria Martini. “Sono innumerevoli gli incontri europei che lo hanno visto guida e maestro sui diversi temi pastorali”, sottolinea oggi monsignor Giordano, a suo volta segretario generale del Ccee, ricordando quanto il cardinale avesse a cuore l’edificazione di un’Europa “famiglia di nazioni e aperta agli altri Continenti”. Una “Europa dello spirito”, nella quale “vengano riscoperti e riproposti per l‘oggi i valori che l’hanno modellata lungo tutta la sua storia” ribadendo così la necessità di “ritornare, con fedeltà creativa, a quelle radici cristiane che hanno positivamente segnato la storia europea”.
Riguardo invece all’ecumenismo, “il cardinal Martini – ricorda ancora Giordano – ha creduto nei rapporti personali e nel ritornare alla base comune della Sacra Scrittura per ritrovare l’unità”.
La comunità ebraica – “Il cardinal Martini, amico e uomo di dialogo”. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, definisce in una dichiarazione il cardinal Carlo Maria Martini. “È con profondo dolore e cordoglio – ha detto – che gli ebrei italiani apprendono la notizia della scomparsa dell’arcivescovo emerito di Milano Carlo Maria Martini. Uomo di cultura, fine esegeta biblico, grande protagonista del dialogo interreligioso, il cardinal Martini ha scritto alcune pagine memorabili di incontro tra i popoli prodigandosi in particolare per avvicinare nel solco dei molti valori comuni ebrei e cristiani. Un impegno straordinario per intensità ed efficacia, di cui troviamo traccia in numerosi suoi studi e significativamente ribadito con la decisione di trasferirsi a Gerusalemme una volta concluso il lungo mandato milanese, che ha portato indiscutibili benefici a tutta la società italiana contribuendo ad aprire una nuova era di pace e di fratellanza di cui tutti oggi possono godere. Il cardinal Martini è stato un amico, una guida, un punto di riferimento. Che il suo ricordo sia di benedizione”.
La Città dell’uomo – In Martini “vi era un genuino amore per la terra”, “la terra civilizzata e abitata dall’uomo: la città”. Luciano Caimi, presidente dell’associazione “Città dell’uomo”, ricorda in un articolo dedicato allo scomparso Arcivescovo emerito della diocesi ambrosiana che “quando giunse a Milano, Martini si immedesimò subito con la città”. “Imparò ben presto a conoscerla in tutte le sue pieghe, positive e non. Ne scoprì anche le piaghe: quelle della sofferenza nascosta (carcerati, ammalati, poveri d’ogni genere) e quelle procurate dalla follia terroristica”. L’incontro “con Milano e la sua gente rappresentò occasione per la piena maturazione di un convincimento, del resto, in lui ben vivo. E cioè che la fede cristiana, lungi dall’essere evasiva, deve invece farsi storia, dentro i cammini, sovente tortuosi e polverosi, degli uomini e delle donne”. Caimi scrive ancora: “Quando Martini pensava alla città, aveva sotto gli occhi la sua Milano (e, più in generale, le grandi città del mondo che, per motivi di studio o pastorali, da sempre frequentava). Però, su tutte, il suo pensiero, anche come biblista, correva a Gerusalemme”. “Possiamo dire che per Martini, la Gerusalemme celeste, luogo della piena e definitiva pacificazione fraterna, incarnava il paradigma ideale per ogni città desiderosa di configurarsi con le fattezze rassicuranti di un amichevole volto umano”.
L’Università Cattolica – “Anche nella stagione della malattia, Carlo Maria Martini non ha smesso di essere punto di riferimento e maestro per la nostra comunità Universitaria, mostrando costantemente, con le sue illuminate riflessioni e con il suo ammirevole esempio, come solo in Cristo risieda la salvezza eterna”. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore a poche ore dalla morte del card. Martini. “L’Ateno dei cattolici italiani – prosegue la nota – ricorda con commossa e profonda gratitudine l’impareggiabile contributo spirituale, pastorale e umano di cui, nel corso degli anni, il Cardinale ha fatto dono all’Università Cattolica come guida della Chiesa Ambrosiana, come componente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e come membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università”.
Nel 2002 lo stesso Ateneo aveva conferito al cardinale la Laurea honoris causa in Scienze dell’educazione, quale riconoscimento della rilevanza anche pedagogica della sua intensa e preziosa attività di biblista. “Al Cardinale Martini, che ora riposa nelle braccia del Padre – concludono dalla Cattolica – affidiamo questa nostra Università affinché la sostenga nel cammino futuro”.