C’è gas radioattivo nella scuolaA Lissone mamme nel panico

Le mamme tengono i bambini a casa da scuola. E non per l'influenza. Hanno paura del radon, un gas radioattivo che se viene inalato è molto pericoloso per la salute umana. Il radon è stato rilevato in quantità eccessive (sopra i 500 Bq/m³) in una scuola di Lissone, la primaria Dante.
Lissone, radon troppo oltre i limitiA scuola chiuse mensa e palestra

Lissone – Le mamme tengono a casa i bambini da scuola. E non perché hanno l’influenza. Hanno paura del radon, un gas radioattivo pericoloso per la salute umana se inalato. Il radon è stato rilevato in quantità eccessive (sopra i 500 Bq/m³) in una scuola di Lissone, la primaria Dante. Martedì saranno concluse nuove misurazioni dei tecnici dell’Arpa all’interno dell’istituto, misurazioni iniziate giovedì. Solo allora si potrà accertare l’origine del gas e procedere ad un intervento risolutivo.

Prima delle festività, Arpa aveva riferito al Comune gli esiti delle misurazioni effettuate nel 90 per cento dei plessi lissonesi sottoposti ai controlli rilevando che non erano emerse situazioni anomale. Riservandosi di fornire in seconda battuta gli esiti sui plessi non ancora al centro delle misurazioni. E di questo l’assessore alla città vivibile, Marino Nava, aveva riferito in consiglio comunale.

Arpa ha poi aggiornato il responso: la primaria Dante è l’unica scuola che, nel seminterrato, presenta valori di gas radon superiori al consentito. I locali dove è stato trovato il gas vengono utilizzati solo per alcune attività scolastiche, ma, cosa non da trascurare, ospitano anche la mensa scolastica. “Non lesiniamo nessun tipo di intervento” spiega l’assessore Nava che rassicura i genitori “non c’è stata la necessità di formulare una prescrizione di non utilizzo della scuola ed è ciò che ha stabilito Arpa”.

Sempre giovedì, intanto, il dirigente scolastico ha inviato alle famiglie una circolare nella quale si informavano i genitori della chiusura della palestrina (lì vengono stoccati i macchinari per le rilevazioni) e del turno in mensa, precisando la necessità di areare i locali del seminterrato. Indicazioni che hanno indotto appunto alcune mamme, preoccupate, a tenere i figli a casa.

Il radon, scoperto nel 1900 dal tedesco Friedrich Ernst Dorn, si forma con il decadimento del radio. Accumulandosi all’interno delle abitazioni, se inalato costantemente può provocare il tumore al polmone. Secondo una stima, causa ogni anno 20mila morti nella sola Unione Europea e oltre tremila in Italia. La principale fonte del gas è il terreno (in misura minore materiali di costruzione, specialmente se di origine vulcanica come il tufo o i graniti), dal quale fuoriesce e si disperde nell’ambiente, accumulandosi in locali chiusi.

Per bonificare gli ambienti si possono individuare e eliminare i punti di infiltrazione, ma per una maggiore efficacia è necessario depressurizzare il suolo per impedire la risalita del gas. Un rimedio immediato, anche se non sempre efficace, consiste nel continuo ricambio d’aria degli ambienti.

In Italia non è stato stabilito per legge un limite massimo di concentrazione di radon all’interno delle abitazioni private: la comunità europea raccomanda 200 Bq/m³ per le nuove abitazioni e 400 Bq/m³ per quelle già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (Decreto legislativo n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m³, le scuole sono assimilate ai luoghi di lavoro. Ben più severi i limiti fissati all’estero: 150 Bq/m³ negli Usa, 200 Bq/m³ nel Regno Unito, 250 Bq/m³ in Germania.