Bovisio Masciago – Si dice che il tempo sia denaro. Loris Lazzarato e Loredana Berardi hanno una storia come quella di tanti altri, messi in ginocchio dalla crisi e dalle difficoltà economiche, hanno provato a reagire e ora che la loro vicenda potrebbe giungere ad un lieto fine i loro timori sono di veder vanificati tutti gli sforzi degli ultimi anni. Loris aveva con un socio un azienda nel settore della carpenteria leggera. La crisi arrivò nel 2006.
Nel gennaio 2012 un colpo dritto nel fianco li stende. Lavori saltuari, diventa venditore. Loris è sfortunato, lo sfruttano senza onorare gli impegni presi. Racconta di come fosse costretto a vendere divani in tutta Italia pagando di tasca propria le spese, senza mangiare per mandare a casa qualcosa, scappando la mattina dagli alberghi lasciando un biglietto in cui chiedeva scusa e prometteva che avrebbe pagato tutto non appena ne avesse avuto la possibilità. Loredana si arrangia come può, pulizia negli appartamenti, da un parrucchiere, per poche decine di euro.
Il loro Unico non permette sgravi, figurava ancora un’azienda e prima di veder riconosciuto un Isee che corrispondesse al loro reale reddito passa un anno. Con questo ed il fiato corto si presenta in Comune ed alla Caritas. Riceve un sostegno per mensa scolastica della bimba (hanno una figlia di otto anni) e 50 euro al mese, la Caritas gli fa una spesa mensile, ma negli ultimi mesi del 2012 è andata sempre peggio.
Gli staccano tutte le utenze, in casa fa freddo e la bambina va ospite dai genitori di una compagna di classe. Non riesce più a pagare l’affitto. E’ in ritardo di due mesi quando gli arriva lo sfratto. Loris chiede tempo, ma questo inesorabile scorre ed a febbraio lo sfratto diventa esecutivo. Loris però un mese fa trova lavoro, pensa finalmente da una persona seria. Vende serramenti.
“Ma occorrono tre mesi perchè le mie commesse possano tramutarsi in liquidi, solo dopo la posa ed il versamento dei bonifici. Novanta giorni. Io però dovrei già ora essere fuori di casa. Mi hanno prospettato nella peggiore delle ipotesi che mia figlia venga portata in una casa famiglia. Non ho soldi ma ho una posizione da cui ripartire. Mi serve solo della fiducia. E del tempo. Tre mesi di tempo”.
Gionata Pensieri