Seregno – Otto lavoratori in nero e 200 scontrini non emessi. Altro blitz della Guardia di Finanza al Drome,il locale all’interno della Corte del Cotone, noto soprattutto per le feste universitarie del mercoledì sera e già in passato oggetto di controllo da parte delle Fiamme Gialle cittadine. Un’operazione quella dei militari di via Mameli finalizzata al contrasto nel settore del lavoro nero nonché della regolare emissione degli scontrini fiscali, che si è sviluppata per qualche mese, a partire dallo scorso mese di novembre circa, e si è recentemente conclusa con un accertamento nel locale, situato a pochissimi chilometri dal cuore cittadino e molto frequentato dai giovani e dagli studenti, che,soprattutto nelle belle serate, approfittando anche delle feste organizzate proprio per gli universitari, possono godere dell’ampio spazio all’aperto.
Durante l’ispezione dei finanzieri, otto persone erano impiegate alle dipendenze della società che gestisce il bar,la Elite Srl, non regolarmente assunte. Di queste, quattro, due maschi e due femmine,tutti italiani di vent’ anni, prestavano servizio in nero come baristi e camerieri. Altri quattro, anche loro di circa 20 anni,lavoravano come ragazzi e ragazze immagine privi di un contratto di collaborazione. Durante il periodo di conclusione del controllo delle Fiamme gialle, la società ha quindi provveduto a regolarizzare le persone in nero(i camerieri) e a contrattualizzare gli altri lavoratori. A seguito di queste violazioni verrà elevata a carico della società una “maxisanzione” quantificabile fino a un massimo di 12 mila euro per ciascun lavoratore irregolare.
Ma per il Drome l’operazione della Finanza non è finita qua. Alla Srl che gestisce il locale di via Colombo, infatti, considerato uno di quelli più alla modaioli in città e nei dintorni, è stata contestata anche la mancata emissione di 200 scontrini per circa 50 mila euro di ricavi non contabilizzati. Oltre all’applicazione delle sanzioni amministrative previste, il locale verrà segnalato alla direzione regionale delle entrate per la chiusura temporanea e la conseguente sospensione dell’attività per un periodo di tempo al momento non ancora stabilito e che potrebbe andare da uno a trenta giorni nel caso venisse accolta la richiesta.
Federica Vernò