Besana, caso Scola in RegioneLa Lega: Cda da sciogliere

Arriva in Regione il caso della casa di riposo Scola di Brugiora a Besana. Il consigliere regionale del Carroccio Massimiliano Romeo ha presentato una interrogazione per chiedere lo scioglimento del Consiglio di amministrazione della struttura.
Besana, caso Scola in RegioneLa Lega: Cda da sciogliere

Besana – (a.br.) Da Besana in Regione. La guerra dichiarata mesi fa dalla Lega Nord di Besana per ottenere un cambio nella gestione della casa di riposo Giuseppina Scola di Brugora esce dai confini besanesi e finisce negli uffici del Pirellone. E’ di mercoledì l’interrogazione con cui il consigliere regionale del Carroccio Massimiliano Romeo, chiede all’assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, di valutare la possibilità di sciogliere il Consiglio di amministrazione della Fondazione che guida la Scola.

«La maniera con cui si sta gestendo la casa di riposo non ci convince – spiega Romeo – e siamo del parere che la maniera migliore per porre fine a tutte le perplessità e per iniziare un percorso virtuoso sia l’azzeramento delle cariche sociali della Fondazione. La struttura, che beneficia di erogazioni da parte di Regione Lombardia, ha sede in un antico monastero benedettino del XI secolo, considerato bene culturale di interesse artistico ed è vincolato con due decreti ministeriali. Ebbene – continua il consigliere regionale – su questo immobile sarebbe già stato accertato dall’ufficio tecnico comunale un abuso edilizio, consistente in modifiche non autorizzate (i due mini alloggi realizzati senza prima fare richiesta alla Soprintendenza, nda). Si tratta di un reato punibile anche con l’arresto da sei mesi a un anno, tanto per descriverne la gravità. Inoltre, il presidente della Fondazione risulterebbe indagato per una sanzione di 235.750 euro per intermediazione di manodopera. Sono poi recentissime – conclude Romeo – le denunce dei rappresentanti sindacali che hanno segnalato condizionamenti e pressioni psicologiche subite dai lavoratori, invitati a sottoscrivere una lettera di smentita su quanto pubblicato dai giornali circa le loro difficoltà a garantire un’adeguata assistenza agli ospiti della casa di riposo»