Bernareggio divisa dall’omicidioLa Marcia della pace e la Lega

Il femminicidio di Antonia Stanghellini sta creando sconcerto a Bernareggio. A poche ore dall'omicidio compiuto da Mustafa Hashuani, la città si è spaccata in due: da una parte amministrazione, cittadinanza e gli organizzatori della Marcia della pace. Dall'altra la Lega nord che attacca.
Bernareggio divisa dall’omicidioLa Marcia della pace e la Lega

Bernareggio – Il femminicidio di Antonia Stanghellini sta creando sconcerto a Bernareggio. Nei palazzi del potere e nelle piazze. A poche ore alla tragica aggressione compiuta da Mustafa Hashuani ai danni della sua ex moglie, Bernareggio si è spaccata in due. Da una parte, la cittadinanza che ha partecipato alla Marcia della pace, organizzata dal parroco don Luca Raimondi e dall’associazione interculturale Mondo a colori. Dall’altra, il vicesindaco Stefano Tornaghi e il suo partito, la Lega nord: «Personalmente me lo aspettavo – ha detto – in una cittadina come la nostra che negli ultimi anni ha accolto migliaia di nuovi abitanti, non si poteva pensare che arrivassero solo le persone migliori».
Ma Tornaghi è stato anche più netto: «Penso di poter esprime un pensiero, oltre che mio anche del mio partito: basta col buonismo. Basta pensare che le tradizioni, la cultura e i modi di fare non contino. Il cento per cento dell’integrazione non si avrà mai». E ancora: «Tutto questo sarebbe potuto accadere anche con un italiano, ma mi chiedo perché le donne continuino a frequentare certi individui che hanno alle spalle storie molto diverse dalle nostre».

Nella giornata di domenica 20 gennaio era in programma da tempo una Marcia della pace, preparata tra gli altri con l’aiuto anche dall’amministrazione comunale di Bernareggio, e visti gli ultimi fatti dedicata alla memoria di Antonia Stanghellini: «Sono espressioni vuote di una certa parte politica – ha chiosato Tornaghi a proposito della manifestazione – non ho partecipato e, in futuro, non ho intenzione di partecipare. Sono manifestazioni strumentali: non sono contro la pace, ma una manifestazione locale non serve per raggiungerla».

Gli organizzatori però la pensano diversamente: «Intendiamo rinnovare il nostro messaggio: è importante fare rete. Questa manifestazione serve per dire che ci sono persone che sono interessate ai problemi degli altri. Che nessuno è solo».
Sono le parole di Jamila Abouri, una dei responsabili dell’evento, di origini nordafricane proprio come Hashuani. «La Marcia doveva essere un momento di festa – ha aggiunto – è stato invece un momento di raccoglimento e di dolore, in memoria di Antonia e dei suoi tre figli». A farle eco il parroco bernareggese don Luca Fumagalli: «È il bene che ha un volto e un nome – ha sottolineato ai presenti durante la manifestazione – il male non ha colore, non ha nazione e non ha bandiera. Il contrario sarebbe razzismo».

Alla Marcia era presente il sindaco di Bernareggio, Emilio Biella, il suo assessore alla cultura, Giancarlo Di Toma, e il capogruppo Pdl in consiglio comunale, Greta Marchesi: «Le parole di Tornaghi sono state dette a titolo personale – ha spiegato il primo cittadino – è chiaro da che parte sta l’amministrazione, visto il forte segnale che abbiamo voluto dare con la nostra presenza alla Marcia della pace». E il Comune di Bernareggio in queste ore si sta attivando per aiutare i tre orfani: «Sappiamo che due fratelli sono a casa di uno zio – ha aggiunto Biella – mentre il terzo dorme da un allenatore della Vibe, la locale squadra di calcio. Nei prossimi giorni, insieme a don Luca vedremo cosa potremo fare per loro».
Lorenzo Merignati