Autodromo, «sono accuse folli»Ferrari e Vialardi respingono tutto

Uno si dice «sconcertato», l'altro parla addirittura di «accuse folli da parte della procura». Enrico Ferrari, direttore dell'Autodromo («33 anni di onorato servizio», tiene a precisare) ed Emanuele Vialardi, respingono le accuse che, da palazzo di giustizia, li hanno catapultati al centro delle cronache giudiziarie.
Autodromo, «sono accuse folli»Ferrari e Vialardi respingono tutto

Monza – Uno si dice «sconcertato», l’altro parla addirittura di «accuse folli da parte della procura». Enrico Ferrari, direttore dell’Autodromo («33 anni di onorato servizio», tiene a precisare) ed Emanuele Vialardi, respingono le accuse che, da palazzo di giustizia, li hanno catapultati al centro delle cronache giudiziarie delle ultime settimane. Il novantenne impianto monzese, famoso in tutto il mondo in quanto sede del Gran Premio d’Italia di Formula Uno, gestito «con profili criminali volti all’arricchimento personale», secondo quanto sostengono i pm che coordinano le indagini.
«Sono sconcertato delle infondate e infamanti accuse che mi vengono mosse. Sono assolutamente convinto che si proverà l’infondatezza; tenuto sempre un comportamento corretto verso la società e per il bene del circuito», sono le parole di Enrico Ferrari, finito nei guai addirittura per un presunto reato di usura. Un prestito di 200mila euro a fronte del quale si sarebbe fatto rilasciare a garanzia il 42% del pacchetto azionario di una società di scommesse. «E’ stata un’operazione privata, un investimento che poteva andar bene, come rivelarsi fallimentare», si difende.

Alza il tiro, invece, Emanuele Vialardi, anch’egli coinvolto in relazione a diversi capi di imputazione nell’inchiesta. Secondo i pm, l’imprenditore, nella sua doppia veste di consulente Sias e impresario, sfruttava la prima posizione per ottenere vantaggi nell’appalto per la ristorazione all’interno dello storico circuito. Vialardi ha parlato di accuse «folli», sostenendo nel merito la correttezza del suo operato, sia in relazione alla vicenda della ristorazione, che relativamente alla questione del progetto del distributore di carburanti alternativi. Sicuramente più prudenti le dichiarazioni degli avvocati difensori, che in questi giorni hanno estratto copia degli atti del fascicolo, e si apprestano a studiare le strategie difensive.
«Aspettiamo ogni valutazione dopo aver letto le carte», si è limitato a dichiarare, per esempio, l’avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Enrico Ferrari. Dopo il ricevimento dell’avviso di conclusione delle indagini, ora gli indagati hanno facoltà di proporre memorie difensive, oppure possono chiedere di farsi interrogare, qualora lo ritengano. Trascorso un termine di legge, la procura potrà in fine chiedere il rinvio a giudizio.