Agrate – Tre condanne ed una assoluzione al processo che vedeva quattro cittadini albanesi accusati di sfruttamento della prostituzione nei confronti di donne che venivano fatte in lavorare in strada ad Agrate Brianza. La sentenza è stata pronunciata dal collegio giudicante presieduto dal giudice Italo Ghitti. La pena più alta (sette anni e mezzo di reclusione) è stata pronunciata nei confronti di L.G., 28 anni. Cinque anni, invece, per M.S., 52 anni, detto “Zio Marco”, e infine quattro anni e mezzo per la 22enne C.S.
L’indagine era nata da una partita di droga intercettata dai carabinieri di Sesto San Giovanni, inchiesta che aveva portato a 35 arresti per traffico di stupefacenti. Da quell’episodio, si erano aperti altri scenari, che avevano come protagonisti alcuni malavitosi albanesi, i quali si spartivano il territorio ai confini della città, sui cui le donne venivano fatte prostituire. Lo ‘Zio Marco’, immigrato regolare residente all’epoca a Cassina de Pecchi, era per esempio uno che si faceva pagare un vero e proprio canone d’affitto per ogni porzione di strada occupata da una donna. Ogni lembo d’asfalto, ad Agrate, aveva un costo.
Come era emerso dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, la tariffa era di 350 euro a settimana, l’equivalente di 50 euro a notte. Tante prostitute, però, lavoravano con il loro protettore, a cui dovevano altro denaro. Quando la fidanzata dell’albanese L.G. non aveva potuto lavorare per una settimana, si era presentato il problema se pagare o meno la quota allo ‘Zio’. La donna era stata avvicinata da due individui, che l’avevano minacciata puntandole la pistola alla tempia. Per impedire che la vicenda degenerasse in un bagno di sangue, erano entrati in azione i carabinieri, che avevano fatto scattare i provvedimenti di fermo.
Oltre allo ‘Zio’ e a L.G., in carcere erano finiti anche E.G., 25 anni (l’unico assolto dei quattro imputati) e la fidanzata di quest’ultimo, la rumena C.S. (condannata invece a quattro anni e mezzo di reclusione). Questa, oltre a prostituirsi, aiutava il compagno negli affari, riscuotendo per suo conto il denaro da altre lucciole.
f. ber.