Vimercate – In palio ci sono quelle 4.773 firme riunite ormai mesi fa e raccolte nel bacino allargato del decanato. Potenziale pacchetto di consensi pesante in tempo di elezioni. In campo c’è soprattutto l’ennesimo tentativo del movimento terza età della comunità pastorale di Santo Stefano di ottenere ascolto nelle stanze dei bottoni, perché si azzeri il protocollo d’intesa del 2009 e si fermino la demolizione dell’ex ospedale e la costruzione di case e negozi, e perché si faccia posto per insediare un ‘villaggio dell’anziano’, secondo il modello delle ‘caserotonde’, unità di residenza e di attività protette, per ridare valore e dignità alla figura dell’anziano.
“Chi, tra le forze politiche e tra i candidati al parlamento e alla Regione Lombardia, inserirà il tema dell’anziano e sottoscriverà questo progetto, nero su bianco, all’interno del proprio programma elettorale, avrà il nostro impegno nel sensibilizzare le persone all’interno del 29 Comuni di Offerta sociale verso queste stesse forze e questi candidati”, ha detto Luigi Maggi, responsabile del movimento, giovedì in conferenza stampa. Come dire: ci faremo supporter delle forze politiche che avvalleranno la nostra proposta. La richiesta è stata inviata a tutti i partiti in lizza. Naturale che l’attenzione sia puntata soprattutto sull’arena elettorale regionale, dove si gioca la partita della sanità e dunque anche del futuro dell’ex ospedale. “Ci sentiamo abbandonati”, ha sintetizzato Luigi Maggi, riferendosi al “muro di gomma che abbiamo finora incontrato presso Offerta Sociale, il Comune, la direzione dell’ospedale, la Asl. È questo che fa male. Non chiediamo cose per noi, poniamo un tema generale e concreto, quello della vecchiaia, che a rotazione interessa tutte le generazioni e che sarà sempre più pesante da gestire. Oggi, nei 29 Comuni del Vimercatese e del Trezzese, sono 39mila e 150 le persone che sono nella fascia della terza e quarta età. Noi crediamo sia importante iniziare a lavorare da subito per dare un’alternativa dignitosa alla sola opzione delle rsa”.
Perché non iniziare dalle vecchie medicine di via Cereda, che potrebbero essere recuperate in tempo breve? “Ai sistemi di gestione si penserà poi, intanto proviamo a prendere questa direzione”, ha detto Maggi. E poi, un’alternativa c’è: dall’ex ospedale la Regione conta di ricavare almeno venti milioni di euro, “se tutti i residenti nei 29 Comuni di Offerta Sociale si autotassassero, basterebbero 100 euro a testa per acquistare il vecchio ospedale”.
Anna Prada