Alcuni se li portano dietro sin da ragazzini, sin dai settori giovanili. Altri sono invenzioni giornalistiche, un modo per riconoscere caratteristiche e talenti. Altri ancora sono abbreviazioni di nomi o giochi di parole. In questo viaggio dei soprannomi dei giocatori del Monza la base di tutto è la simpatia, strappare un sorriso ai tifosi e sostenitori di una squadra che per la prima volta ha raggiunto la Serie A e che, giusto qualche giorno fa, ha regalato a tutti la gioia della prima storica vittoria in categoria, per di più contro la Juventus.
I soprannomi del Monza: Uomo Digre, Uomo Cragno e The Wall
Partiamo dai portieri, per tutti e due soprannomi supereroistici: Uomo Digre come il personaggio dei fumetti e di un popolare cartone animato degli anni ’80 per Michele Di Gregorio e Uomo Cragno come lo storico personaggio Marvel per Alessio Cragno. In difesa c’è l’Imperatore Carlos Augusto, come urla sempre lo speaker dell’U-Power Stadium Felice Argiero, un tuffo nella storia per il brasiliano. E poi The Wall, il muro, per Caldirola, guadagnato ai tempi della promozione dal record del Benevento. Sempre in difesa ci sono Papi, per Marlon, lo chiamano tutti così, Giovane Veterano per Birindelli, nato al Pisa quando da giovanissimo giocava già titolare fisso in prima squadra. C’era Frog per Ranocchia. L’ultimo arrivato invece è lo Scugnizzo, Izzo, da Scampia, con la voglia di mettersi in tasca tutti gli attaccanti della Serie A, come ha fatto con Di Maria e Vlahovic contro la Juve. i soprannomi del Monza
I soprannomi del Monza: il Fante e lo Sceriffo, il Flaco e Pess (ex Mister Equilibrio)
A centrocampo uno dei più bei soprannomi di sempre è quello del Fante Ciurria, preso ai tempi dello Spezia: in parlata ligure semplicemente vuol dire “ragazzo”. C’è anche lo Sceriffo D’Alessandro, soprannome guadagnato a Ferrara che si è portato dietro in Brianza, ma senza lo stesso successo mediatico. Del Principe Valoti è abbastanza chiaro il motivo, sempre elegantissimo in campo. E poi il Flaco Colpani, per le movenze da sudamericano e per il fisico tiratissimo, e Macho Machin, storpiatura del cognome che però piace.
Ci sarebbe anche Pasodoble Molina, ma tutti lo chiamano semplicemente Sasà, da Garbagnate Milanese, praticamente a casa. Chi invece il soprannome se l’è guadagnato in nazionale è Matteo Pessina. All’Europeo vinto, la stampa ha iniziato a chiamarlo Mister Equilibrio, che per fortuna non è durato. A Monza lo conoscono tutti sin dalle giovanili ed anche ora che è capitano lo chiamo semplicemente Pess. Molto meglio.
I soprannomi del Monza: il Vichingo che ha anche un coro e Baby
In attacco il Vichingo Gytkjaer non solo si è meritato un fortunato soprannome (ovviamente per la sua nazionalità danese) ma anche uno splendido coro: “Din don din don, intervento dall’arena, il vichingo ha fatto un gol”. Caprari lo chiamano tutti Capra, come abbreviazione del cognome, ma nelle giovanili della Roma era Er Polpetta. Vai a capire perché. Petagna invece è il Bulldozer, per le chiare caratteristiche fisica da attaccante di sfondamento. Vignato è Baby, faccia pulita, giovane età, talento smisurato. E infine Mota Carvalho, quando giovava nell’Entella sui giornali e su internet i tifosi scrivevano Cr7 di Chiavari. Quand’è arrivato a Monza era Craque. Ora è semplicemente Dany, come uno di casa, lui che è l’unico rimasto in rosa dai tempi della Serie C.
I soprannomi del Monza: in panchina e nella stanza dei bottoni
E se Stroppa a Monza sarà sempre Giuanin, Palladino da giovanissimo in bianconero era stato chiamato Aladino niente meno che da Lapo Elkann nell’intervallo di un Vicenza-Juve. Ora è semplicemente Palla oppure Raffa. Ma più di tutto è il mister della prima vittoria in Serie A. Come dimenticarsi di loro, per chiudere: il Condor e il Cavaliere. Il soprannome di Galliani si rifà al film I tre giorni del condor, ovviamente nel suo caso sono gli ultimi tre giorni del mercato, quando si avventa sulla preda prelibata. Mentre quello di Berlusconi dalla sua carica di Cavaliere del Lavoro.
Alcuni probabilmente non sanno nemmeno di averli, ma come detto si lavora di simpatia per un gruppo che, soprannomi o no, entrerà comunque nella storia del Calcio Monza.