Lo spettro delle crisi aziendali che nei prossimi mesi potrebbero innescarsi a catena suscita fibrillazioni crescenti non solo nel mondo del lavoro, ma anche tra gli amministratori di Monza e Brianza. «Siamo molto preoccupati – ammette il presidente della Provincia Luca Santambrogio – ci confrontiamo continuamente con i sindacati» per cercare di interpretare i segnali che arrivano dal territorio.
Il timore lo aveva espresso già alla fine del 2024 quando aveva avvertito che la Brianza dovrà prepararsi a gestire le possibili difficoltà di alcune grandi aziende che potrebbero coinvolgere migliaia di dipendenti. Un mese fa non era ancora stata annunciata la chiusura dello stabilimento della Candy e, in questa prospettiva, il blocco definitivo della produzione delle lavatrici a Brugherio potrebbe non essere l’unica situazione spinosa che l’ente di via Grigna potrebbe ritrovarsi sul tavolo: i sindacati, del resto, hanno già lanciato l’allarme su un eventuale ridimensionamento della St Microelettronics che, con i 5.200 addetti di Agrate, è la realtà più grande della Brianza.
Monza e Brianza: crisi aziendali, le ricadute sulle piccole imprese

«Le crisi non colpiscono solo le grosse aziende – afferma Santambrogio – le difficoltà dell’automotive e del settore meccanico in Germania stanno mettendo in ginocchio tante piccole imprese dell’indotto che sono meno strutturate di quelle di grandi dimensioni ad affrontare» i momenti neri dovuti al calo della produzione e a resistere in attesa della ripresa degli ordini. Proprio il pericolo che parecchie micro realtà possano chiudere i battenti, con ripercussioni rilevanti sull’occupazione, alza il livello del timore nel nostro territorio anche perché, di fronte alle scelte compiute dai vertici di grossi gruppi, magari controllati da finanziarie straniere, la politica può fare ben poco.
Monza e Brianza: crisi aziendali, la Provincia si prepara
«Noi possiamo aprire i tavoli con i sindacati e le proprietà, come faremo con la Candy – riflette Santambrogio – ma non abbiamo molto potere: proprio per questo di solito coinvolgiamo la Regione che ha qualche arma in più. I casi più rilevanti, poi, finiscono al ministero». La Provincia, a conti fatti, tramite l’Afol può intervenire quasi esclusivamente nell’accompagnare i lavoratori che perdono il posto in un percorso di riqualificazione professionale che possa consentire loro di trovare una nuova collocazione. L’affiancamento e il supporto viene fornito attraverso i centri per l’impiego presenti sul territorio che cercano di delineare progetti personalizzati sulla base delle competenze e delle aspirazioni dei singoli.
L’ente brianzolo ha ben poche frecce al suo arco anche per cercare di favorire la riconversione delle aziende in crisi: la ripartenza con nuovo slancio di attività a rischio, nota Santambrogio, è piuttosto rara e di recente si è verificata solo alla Fimer di Vimercate.