Springsteen a Monza: l’imbuto in uscita, com’è andata nel Parco

I limiti delle sue vecchie strutture l’autodromo li mostra tutti, in occasione dei grandi eventi. Cos'è successo nel giorno di Springsteen.
Springsteen a Monza
Springsteen a Monza l’inizio del deflusso sotto il passaggio verso il Mirabello

I limiti delle sue vecchie strutture l’autodromo li mostra tutti, in occasione dei grandi eventi: quelli del deflusso, prima di tutto (e probabilmente altre soluzioni erano possibili, dal momento che è successo nell’ultima edizione degli I-Days), dal momento che il sottopasso che porta a viale Mirabello è come sempre un imbuto troppo stretto che blocca migliaia di persone per lunghi minuti e che, a chi è in attesa, risultano incomprensibili ed esasperanti. Soprattutto dopo tre ore di concerto. Chi lo conosce se lo aspetta – con pazienza non richiesta – chi non lo sa ci mette poco a pensare che sia successo qualcosa di grave e si chieda (ragionevolmente) chi possa avere pensato di fare defluire la gente da quel pertugio.

Springsteen a Monza: i messaggi al Cittadino

Il riscontro, a poche ore dal concerto, piove sui social. “Concerto splendido e uscita da incubo, mezz’ora bloccati in coda pressati senza nessuna idea di cosa succeda, siamo ancora qua, una cosa indegna e soprattutto molto pericolosa”, ha scritto un lettore al Cittadino dopo la fine del live.
Tutto hanno fatto fuorché agevolare ingresso e uscita”. “E con tutto questo spiegamento di mezzi, il pubblico è rimasto imbottigliato e pressato per più di 40 minuti nell’imbuto del viale che passa sotto la pista vecchia, finché qualcuno si è deciso ad aprire un cancello laterale facendoci passare direttamente in pista. Pazzesco”.

Springsteen a Monza: altri racconti

Numerosi commenti sono arrivati anche sulla pagina facebook del promoter Claudio Trotta dalla coda in attesa di defluire.Ci potete fare uscire dall’autodromo? – ha scritto lo scrittore, giornalista e musicista torinese Hamilton Santià – Siamo qui bloccati da una buona ventina di minuti e la gente comincia ad arrabbiarsi. Aggiornamento: abbiamo raggiunto la macchina due ore dopo la fine del concerto. Adesso vediamo per uscire dal gorgo, grazie per questa fantastica esperienza che sicuramente ripeterete ma senza di noi. Update: eccoci arrivati a Torino letteralmente quattro ore dopo la fine del concerto. Tutto normale immagino”.
Claudio, con il rispetto verso chi lavora duramente, devo ahimè dirti che in questa occasione hai toppato in malo modo. Mi riferisco al “budello” che si è creato all’uscita del concerto con alcune situazioni veramente preoccupanti – ha scritto un altro fan di Springsteen – Fortunatamente è andato tutto per il meglio ma ci è mancato veramente pochissimo perché la situazione precipitasse. Mio parere condiviso dai più è che L’esperimento dei parchi sia miseramente fallito, contiamo nella tua capacità organizzativa e di conoscenze per rivedere Bruce a San siro non tutte le ciambelle escono col buco”.

Ancora: “Claudione mi dispiace ma è stato un incubo! È andato tutto bene e per carità meglio così! Ma all’uscita hai rischiato la tragedia! 38 anni di concerti! Mai visto un defluire così rischioso! È stato terribile! Purtroppo per me anche l’ingresso! Rimpallati da una parte all’altra del parco! Peccato! Era una festa bellissima, e lo è stata! Rovinata sul più bello! Peccato! Spero in futuro location migliori!”.

Springsteen a Monza: le code nel Parco all’arrivo

A metterci il carico, questa volta, ci sono state anche scelte che hanno moltiplicato inutilmente l’arrivo, raddoppiando senza motivo la strada da Porta Monza alla Gerascia con l’aggiunta di inutili serpentoni: dal momento che (come sempre) all’arrivo il pubblico arriva a piccoli sciami, ingiustificati. Una fotografia su tutte: tra le 17 e le 18 le persone sono state obbligate a fare un girotondo nei prati dell’ex ippodromo per raggiungere la comfort zone, dividendo per tipo di biglietto, salvo poi scoprire che quella divisione non serviva a nulla; che affollamenti al punto di destinazione non ce n’erano; che arrivati a destinazione si veniva incanalati in una ulteriore serpentina, a sua volta inutile.

Springsteen a Monza: i token

Ancora una nota: servizio di ristorazione interno alla Gerascia del tutto sottostimato nelle forze e male organizzato, con code enormi e obbligo di acquisto dei token (gettoni) “tradito” dalla presenza di venditori di acqua e birra con gli euro all’interno del prato. Note a margine: è normale nel 2023 non poter pagare con carte e bancomat? E poi: è possibile che alla cassa token non possano dare lo scontrino perché il registratore “non funziona”?

Springsteen a Monza: la cabina di regia

Dietro le quinte, per la sicurezza, la “cabina di regia” realizzata alla pit lane dell’autodromo: su una parete videowall composta da 60 schermi visibili tutte le immagini delle telecamere che hanno ripreso non solo le aree interessate dal concerto, ma anche le zone e le vie di afflusso e successivo deflusso dei 70.000 spettatori che hanno raggiunto Monza, come la stazione ferroviaria ed il parcheggio dello stadio U-Power dai quali sono partite le navette.