Neri Marcorè al Manzoni di Monza con “La buona novella”

Tre repliche a teatro da venerdì 14 per riascoltare dal vivo uno degli album più celebri di Fabrizio De Andrè.
Neri Marcorè in "La buona novella"
Neri Marcorè in “La buona novella” Tommaso Le Pera

Era il 1969 quando Fabrizio De Andrè pubblicava “La buona novella”, il suo quarto album. Un concept, come già accaduto per “Tutti morimmo a stento” e come sarebbe poi successo più volte, ispirato in quell’occasione dalla lettura di Vangeli apocrifi. Faber sottolineava l’aspetto più umano di alcune figure oltre a soffermarsi su personaggi minori della Bibbia. Gesù veniva narrato nella sua dimensione più umana attraverso i personaggi che entravano in relazione con lui. Neri Marcorè – insieme al drammaturgo e regista Giorgio Gallione – ha deciso di portare sulle scene uno spettacolo di teatro canzone dedicato a quell’album. Uno spettacolo costruito quasi nella forma di un’opera da camera, composto per dar voce a molti personaggi.

Dopo il successo ottenuto in diversi teatri italiani, “La buona novella” farà tappa al teatro Manzoni di Monza venerdì 14 e sabato 15 alle 21 e domenica 16 febbraio alle 16. Marcorè ha raccontato in diverse interviste di aver ricevuto in regalo da una zia quando aveva 13 anni il disco “La buona novella”. A quell’età era troppo giovane per comprenderne il significato. Passò del tempo prima che l’artista marchigiano riuscisse ad apprezzare De Andrè, ma pian piano la passione per il cantautore genovese si è consolidata fino a spingerlo ad eseguire parte del suo repertorio in concerti dal vivo e ad esplorare le sue riflessioni in diversi spettacoli.

Neri Marcorè a Monza con “La buona novella”: lo spettacolo

“La buona novella” è un’opera che andava esplorata a parte, un’opera polifonica che attraverso la metafora e l’allegoria si sofferma sull’arroganza del potere che contrasta con i liberi pensatori. Gesù, che De Andrè vedeva come “il più grande rivoluzionario della storia” viene rappresentato come un uomo, con una fisicità del tutto simile a quella degli uomini. Maria, prima madre bambina inconsapevole e prescelta, poi straziata mater dolorosa, esprime la sua tragicità sotto la croce.

Il suggestivo impianto scenico, creato da Marcello Chiarenza, regala allo spettacolo un’aura di sacra rappresentazione. Una sorta di installazione mobile rimanda simbolicamente a luoghi e sentimenti, reinterpretandoli poeticamente quasi in forma allegorica. La voce di Neri Marcorè si muove sul timbro di quella di De Andrè. Ad accompagnarlo ci sono Giua, voce e chitarra, Barbara Casini, voce, chitarra e percussioni, Anais Dago, voce e violino, Alessandra Abbondanza, voce e fisarmonica, e Francesco Negri al pianoforte, oltre a Rosanna Naddeo, la protagonista femminile, un’attrice che canta.