Era nata a Monza il 18 agosto 1864. Ora, dopo 160 anni esatti, la città dove nacque in via Canonica del Duomo 27 per poi andare a vivere in una villa nell’attuale via San Gottardo fino al 1892, si prepara a celebrare come merita Gemma Bellincioni (1864-1950). Concedendole finalmente anche una via a lei dedicata. A ricordarla con un ricco calendario di iniziative ci sono alcune tra le più stimolanti associazioni culturali attive in Brianza. Mnemosyne di Ettore Radice, la Casa della Poesia di Antonetta Carrabs e il comune di Monza in questi giorni di fine estate stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli di Una Gemma Preziosa: quasi un festival a lei dedicato, lungo tre mesi, con un carnet di iniziative che si annuncia ricchissimo.
Monza si prepara a celebrare Gemma Bellincioni: un ricco calendario da settembre a dicembre
Il cartellone debutterà venerdì 21 settembre alle 21 al Binario 7 con Una Gemma Preziosa: uno spettacolo teatrale e musicale con la regia di Luisa Gay; seguirà una conferenza storica, Una donna coraggiosa che ha precorso il suo tempo, abbinata a un concerto con soprano e pianoforte, dove saranno interpretate le arie più celebri del suo repertorio, in Villa Reale, nella seconda metà di ottobre; ci sarà poi un cortometraggio che sarà girato a settembre nei luoghi di Monza cari alla Bellincioni e a Como, al Teatro Sociale, molto simile allo storico Teatro Sociale di Monza, dove la diva iniziò giovanissima la carriera di soprano, con l’attrice Debora Migliavacca Bossi, molto somigliante, che interpreterà il ruolo della protagonista, presentato a fine novembre nella Sala Picasso; importante poi l’assegnazione della Medaglia della Luna di Monza, da parte del Comune di Monza, al miglior soprano che, nel 2024, ha interpretato un ruolo da protagonista di un’opera lirica verista, agli inizi del mese di dicembre, al Teatrino di Corte di Villa Reale, seguito da un melologo dedicato alla Bellincioni per voce e pianoforte; e infine, l’intitolazione di una strada di Monza da individuare con l’ufficio toponomastica del Comune.
Monza si prepara a celebrare Gemma Bellincioni: esordì come cantante lirica a 16 anni
“Un programma prestigioso e ambizioso – spiega Radice che ha trascorso l’estate a rileggere Io e il palcoscenico, l’autobiografia scritta dal celebre soprano -. Due gli obiettivi di questo progetto: celebrare una delle più grandi artiste monzesi di sempre ma anche permettere ai giovani e al grande pubblico di riscoprirla”. Primo interprete assoluto nel ruolo di Santuzza di Cavalleria Rusticana di Mascagni, Gemma Bellincioni è stata uno tra i più celebri soprano della fine Ottocento, un’icona internazionale del genere verista nell’opera lirica. Una vita da romanzo. “Salì la prima volta su un palcoscenico a 6 anni ed esordì come cantante lirica a 16. Fin da quando era una ragazzina – racconta Radice – intuì il potenziale di Puccini, e accostò, in quella che a quei tempi era musica d’avanguardia, i compositori veristi. Femminista ante litteram, esigeva per sé gli stessi cachet concessi ai tenori maschi. E non esitò ad andare a convivere con il suo compagno, senza sposarsi, e ad avere con lui una figlia, Bianca. Fu amica di Anna Kulischoff. Recitò in alcuni film muti, fondò una sua casa cinematografica e girò alcune pellicole”.
Monza si prepara a celebrare Gemma Bellincioni: il grande amore con il tenore Roberto Stagno
Sia suo padre che sua madre erano dei cantanti lirici e proprio da loro ricevette le prime lezioni di canto. Fece il suo debutto a Napoli nel 1880. Da allora cantò in tutti i maggiori teatri d’opera d’Europa e del Sud America per i successivi vent’anni, anche se si esibì una sola volta alla Royal Opera House di Londra nel 1895. Tra i suoi estimatori c’era Giuseppe Verdi, che apprezzava in particolare le sue capacità di attrice: una qualità assai rara nelle cantanti del suo tempo. Verdi l’aveva conosciuta al Teatro alla Scala, nel 1886, mentre stava interpretando il ruolo di Violetta nella Traviata, uno dei suoi cavalli di battaglia. Le pose istrioniche della Bellincioni, l’accentuata dizione e la presenza scenica risultarono ideali per il nuovo stile melodrammatico dell’opera italiana. Nel Verismo, raggiunse l’apice della sua carriera.
Monza si prepara a celebrare Gemma Bellincioni: fondatrice di una casa cinematografica
Il 17 maggio 1890 interpretò il ruolo di Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni alla prima assoluta di Roma, al Teatro Costanzi. Suo partner, nel ruolo di Turiddu, era il tenore Roberto Stagno ((1840-1897)), che era diventato anche il suo compagno nella vita. Lei aveva 21 anni e si erano conosciuti durante una tournée in Argentina, nel 1886. Fu un grande amore, nonostante la grande differenza di età – quasi 25 anni – tra i due. Dal loro amore nacque la figlia Bianca Stagno Bellincioni, che fu anch’essa un’artista. La Bellincioni fu anche il primo soprano a cantare il ruolo di protagonista in un’altra opera verista, Fedora di Umberto Giordano, il 17 novembre 1898. Il tenore era Enrico Caruso. Otto anni dopo, cantò alla prima italiana dell’opera Salomè di Richard Strauss. Annunciò il ritiro dalle scene nel 1911 per dedicarsi all’insegnamento, ma ritornò nel 1916 per partecipare, assieme alla figlia, a diversi film per la casa di produzione Tespi, dove fu Santuzza nel film opera Cavalleria rusticana diretto da Ugo Falena. Restò per qualche anno nel mondo del cinema fondando una propria società di produzione, la Biancagemma, che produsse alcuni film nel 1919 e 1920. La Bellincioni scrisse un manuale per l’insegnamento del canto, pubblicato a Berlino nel 1912. Passò gli ultimi anni della sua vita a Napoli, dove morì all’età di 85 anni. Le sopravvisse sua figlia Bianca, fino al 1980. La voce della Bellincioni è ancora oggi udibile in alcune registrazioni per la Gramophone&Typewriter Company e per la Pathé registrate nei primi anni del Novecento.